"Grazia Dei in me vacua non fuit" -
"la sua grazia in me non è stata vana" - è la frase, tratta
dalla lettera di San Paolo ai Corinti - che monsignor Biagio
Colaianni ha scelto come motto dopo essere stato eletto
arcivescovo metropolita di Campobasso-Bojano.
Lo ha reso noto l'ufficio comunicazioni sociali
dell'arcidiocesi di Matera-Irsina: monsignor Colaianni riceverà
l'ordinazione episcopale a Matera il prossimo 10 febbraio e
comincerà il suo servizio pastorale nella diocesi di
Campobasso-Bojano il 9 marzo.
Lo stemma araldico "presenta al centro uno scudo di tipo
sannitico diviso in tre porzioni": vi sono tre stelle di argento
che richiamano alla devozione mariana alla Madonna della Bruna
di Matera, alla Madonna della Libera di Campobasso e alla
Madonna di Lourdes (l'ordinazione episcopale è fissata al 10
febbraio, vigilia della festa della Madonna di Lourdes). Nella
seconda porzione vi sono "un pettine da cardatore di lana,
strumento del martirio di San Biagio, e una conchiglia d'oro,
attributo iconografico per Giovanni Battista ma anche dei
pellegrini alla tomba dell'apostolo Giacomo", con riferimenti al
nome di monsignor Colaianni e " a quelli delle parrocchie lucane
dove ha svolto il suo ministero sacerdotale". Nella terza
porzione vi sono altri due simboli: tre spighe d'oro, richiamo
alle spighe di grano dello stemma di Matera e al suo Patrono
Sant'Eustachio, che nella etimologia greca è 'colui che produce
buone spighe'; e una torre dorata, elemento caratterizzante lo
stemma araldico della città di Campobasso".
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