"Nella nostra regione viviamo una
società che viene definita dal rapporto WeWorld come
letteralmente escludente nei riguardi delle donne, rendendole
quasi invisibili soprattutto in alcuni contesti come quelli
politici, istituzionali, direzionali e collocando la Basilicata
come ultima regione italiana per capacità di includere le donne
nella società". Lo ha messo in evidenza - in una nota - il
coordinamento donne della Cisl lucana.
In particolare, nel comunicato diffuso dall'ufficio stampa
del sindacato è sottolineato che la Basilicata "era ultima nel
2018 e resta ultima nel 2023, mostrando quindi una vera e
propria impermeabilità, oltre che ad una normativa molto
stringente in materia di parità, anche ad un cambiamento
culturale per cui la società dovrebbe aprirsi all'inclusione
delle diverse istanze e non cristallizzarsi su modelli arcaici
per cui il lavoro e il potere sono cose da uomini".
Le rappresentanti sindacali hanno inoltre aggiunto che "in
Basilicata il tasso di occupazione femminile è pari al 39 per
cento e meno di una donna su due in età da lavoro partecipa al
mercato del lavoro e ha un suo reddito, determinando così una
differenza tra il tasso di occupazione femminile e maschile del
25 per cento contro una media italiana del 17,7 per cento".
Secondo il coordinamento donne della Cisl, "non è un caso che
la Basilicata abbia un indice di fecondità bassissimo, pari ad
un figlio per donna (1,09), penultima dopo la Sardegna (0,95),
contro una media italiana di 1,3, e che le donne lucane
diventano madri in età più adulta rispetto alla media italiana
(32,4 anni), con il caso di Potenza, capoluogo di regione, che è
la città italiana in cui le donne hanno figli all'età di 33,4
anni. Senza un futuro che non include le donne in ogni
dimensione, soprattutto quella apicale, la Basilicata ha un
orizzonte davvero molto ristretto e grigio".
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