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Cinema: Caina, favola nera su migranti e razzismo al femminile

Opera prima Amatucci racconta ferocia dietro business migranti

20 ottobre, 00:43

Luisa Amatucci e Helmi Dridi in una scena del film Caino di Stefano Amatucci Luisa Amatucci e Helmi Dridi in una scena del film Caino di Stefano Amatucci

(di Francesco Tedesco)

NAPOLI - Una storia nera, che prende spunto dalla crisi dei migranti per raccontare la ferocia e il razzismo dal punto di vista femminile. E' "Caina", film italiano di Stefamo Amatucci che è stato selezionato per la sezione internazionale opere prime al 20mo Tallin Black Night Festival, in programma in Estonia dall'11 al 27 novembre. Caina è una favola nera, che racconta la xenofobia e il razzismo attraverso lo sguardo e la mente di chi ne incarna i pregiudizi, i luoghi comuni, le parole.

A dare il titolo al film il nome della protagonista, interpretata da Luisa Amatucci, che in passato era una spietata killer su commissione specializzata nell'eliminare gli extracomunitari. A un certo punto si inventa un mestiere particolare, la "trovacadaveri": raccoglie i corpi dei profughi che il mare riversa sulla riva e li porta in un centro di smaltimento statale. I cadaveri arenati sono poi smaltiti sciogliendoli nel cemento in un centro di smaltimento statale.

La donna sente i morti parlare, avere paura, lamentarsi, ne ascolta le sofferenze, le angosce, le delusioni.

Ma Caina ha un concorrente, il tunisino Nahiri che fa anche lui il "trovacadaveri", ma è abusivo. Con un gruppo d'immigrati irregolari, per sopravvivere, ruba dalla spiaggia i corpi degli annegati, vendendoli poi "a nero" al centro di smaltimento. Le cose si complicano quando gli abusivi decidono di annegare gli immigrati che arrivano vivi per procurarsi più "merce". "La questione dell'emigrazione è diventata, in Occidente, una delle malattie del nostro tempo, una minaccia che provoca avversione, rabbia, timore. Qualcosa da cui difendersi e non da curare secondo le idee illuministe e progressiste a cui dovremmo essere stati educati", spiega Stefano Amatucci. "L'odio - prosegue - pare essersi trasformato in una forma di superiorità culturale, quasi fosse una delle punte più avanzate della nostra civiltà. L'insieme di tutto questo è esplosivo e pericoloso. Come è pericoloso e inaccettabile il business che si consuma dietro l'epocale tragedia che è l'immigrazione. Da quest'odio misto a paura è stata tratta Caina, una "favola nera", una storia, visionaria e palpitante della ferocia femminile, territorio oscuro e affascinante". (il trailer su https://www.youtube.com/watch?v=Ju5_E1wAAPE)

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