(di Luana De Micco)
(ANSAmed) - MARSIGLIA, 14 GEN - Un Ulisse clandestino dei
giorni nostri, senza nome e senza documenti, si imbarca per un
viaggio nel Mediterraneo, facendo scalo nelle sue citta' e
dialogando con le sue genti seguito dalla telecamera di Malek
Bensmail: il regista algerino, che da tempo vive in Francia, ha
pensato un Ulisse che ''brucia tutte le frontiere'' e parte alla
ricerca di risposte sul Mediterraneo di oggi. Le sue scoperte
sono il filo conduttore di una mostra-fiction inaugurata al J1 -
un hangar prestato dal porto marsigliese di Marsiglia. L'evento
fa parte del vasto programma di Marsiglia Capitale Europea della
Cultura 2013, titolo che la citta' ha conquistato nel 2008 e
assunto ufficialmente sabato scorso.
Per questo anno di sfide nuovi musei sono sorti dal nulla,
mentre altri luoghi gia' esistenti sono stati ristrutturati e
ripensati. Tra questi c'e' il J1, dove, al piano terra,
transitano i passeggeri in partenza verso Bastia o Algeri. Al
piano superiore, uno spazio di 26 mila metri quadrati e'
diventato un immenso e affascinante luogo di esposizione dalle
grandi vetrate aperte sulla citta' e sul suo lungomare, sul
porto, le sue gru ed i suoi traghetti in partenza. La mostra
inaugurale (fino al 18 maggio) si intitola Mediterranees,
Mediterranei. Volutamente messo al plurale ''per sottolineare la
pluralita' dei mondi che contiene'', ha spiegato alla stampa
internazionale Yolande Bacot, curatrice della mostra. ''Il
Mediterraneo - ha aggiunto - non e' un solo mare, ma tanti mari,
non e' una sola civilta', ma tante civilta', poste una sopra
l'altra''. Come siamo diventati mediterranei? Che cosa vuol dire
essere mediterranei oggi? E' con queste domande che si apre la
mostra, in una scenografia realizzata con una sessantina di
container neri ''climatizzati per conservare le opere e montati
dagli stessi dockers'', ha precisato lo scenografo Raymond
Sarti. L'Ulisse di Bensmail parte in una piccola barca a remi
dalla Troia dell'Iliade e arriva in ferry nella Marsiglia
contemporanea, passando per Atene, Alessandria, Roma, Genova o
ancora Istanbul a bordo di imbarcazioni sempre diverse, sorte di
macchine del tempo. Per illustrare questa nuova Odissea
attraverso le epoche sono esposti 171 oggetti provenienti da
diversi musei europei. Dal Louvre di Parigi e' arrivato il busto
del faraone Osorkon I, dai Musei capitolini di Roma una statua
della dea Atena e un busto di Socrate, dal Museo del mare di
Genova il modellino del Garibaldi, la nave che trasportava i
migranti italiani verso le America. In mostra anche un ritratto
di Andrea Doria, rappresentato con il Vello d'oro al collo ed
insieme al nipote Giovanettino. Un olio su tela realizzato da un
anonimo genovese del XVI secolo ''mai mostrato prima e prestato
dagli eredi dell'ammiraglio genovese'', ha precisato la
curatrice. (ANSAmed).