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Umm Sleiman, un Ramadan a Raqqa da donna libera

Ex sposa di un miliziano dell'Isis tornata dopo 3 anni di prigionia

28 marzo 2023, 13:55

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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RAQQA - È il primo Ramadan da donna libera quello che si sente di vivere in questi giorni a Raqqa, nel nord della Siria, Umm Sleiman, sposata giovanissima a un uomo poi arruolatosi nell'Isis e da anni sparito nel nulla dopo essersi macchiato, secondo fonti locali, di crimini molto gravi.

La 29enne Umm Sleiman è da poco tornata a Raqqa, ex 'capitale dello Stato islamico in Siria' e poi passata sotto il controllo armato delle forze curdo-siriane.

Nonostante la povertà dilagante, il mercato di Raqqa è in questi primi giorni di Ramadan un brulicare di gente in cerca delle leccornie tipiche di questo periodo: le qatayef fritte al formaggio, il maruk, una pizza dolce al sesamo, il succo di liquirizia venduto in sacchetti di plastica in mancanza di bottiglie. Umm Sleiman osserva i banchi del mercato della sua città di origine. Vi è tornata dopo esser stata per più di tre anni rinchiusa nel famigerato campo di prigionia di al Hol, riservato per lo più a donne e bambini, legati direttamente o indirettamente ai combattenti dell'Isis.

Umm Sleiman ha tre figli, di tre, cinque e 10 anni. Nessuno dei tre è mai andato a scuola. E finora nessuno dei tre è stato accettato da una delle scuole di Raqqa.

La stessa Umm Sleiman racconta di esser stata "bandita" dalla comunità di origine. Lei afferma che nessuno dei suoi parenti le ha finora dato una mano per la casa, il lavoro, il sostentamento quotidiano. La donna tace sui crimini che da più parti le vengono attribuiti mentre era moglie di un dirigente Isis in città.

Nella Siria travolta dagli effetti di una guerra in corso da 12 anni, dalla peggiore crisi economica della sua storia e dalle devastazioni del terremoto del 6 febbraio scorso, la situazione personale e familiare di Umm Sleiman si rivela ancor più pesante in questi giorni di Ramadan, il mese islamico del digiuno e della purificazione cominciato il 23 marzo e che si concluderà attorno al 20 aprile.

Ramadan non è solo digiuno diurno e abbuffate notturne. "E' anche il mese del riavvicinarsi a Dio e agli altri, soprattutto a chi ha più bisogno", afferma Issa Muslit, volontario di una delle varie organizzazioni umanitarie di Raqqa. Assieme ai suoi colleghi Issa gestisce la distribuzione di cibo e bevande alle famiglie più povere della città.

Tra queste c'è anche la famiglia capeggiata da Umm Sleiman, ancora traumatizzata dalle violenze e dalle privazioni subite negli anni della prigionia.

Nella Siria segnata dalla guerra e da una mentalità maschilista e patriarcale, sono moltissime le donne, come Umm Sleiman, rimaste sole a guidare famiglie di bambini non scolarizzati e malnutriti.

"Durante il Ramadan aiutiamo 300 famiglie, più di 1.200 persone", afferma Issa che illustra le diverse attività dell'organizzazione. "Distribuiamo vestiti usati, e anche abiti per festeggiare, come da tradizione, la fine di Ramadan", durante la Id al Fitr che segna la conclusione del periodo di espiazione.

Umm Sleiman ringrazia Issa e gli altri volontari, ma vorrebbe guadagnarsi da vivere per lei e i suoi figli senza fare la carità. "Io sono sarta e mi propongo di lavorare ma è difficile. Nessuno mi apre la porta", racconta. "E i miei figli perché non possono andare a scuola? Loro che colpa hanno? Si sono trovati in mezzo alle violenze, ma non hanno fatto niente di male".

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