TEL AVIV - La pressione internazionale su Hamas e Israele si è intensificata lunedì con l'appello congiunto di Francia, Germania e Regno Unito per una tregua "senza ulteriori ritardi" e la liberazione di tutti gli ostaggi.
Mentre crescono i timori che un attacco dell'Iran, e probabilmente in contemporanea di Hezbollah, contro Israele, alla vigilia dell'incontro tra i negoziatori del 15 agosto a Doha o al Cairo, possa mettere a rischio la mediazione. Giusto dopo che domenica sera Hamas ha chiesto che sia applicato il piano di cessate il fuoco in tre fasi presentato alla fine di maggio dal presidente Joe Biden, "piuttosto che tenere altri negoziati". Questo, dopo che nei giorni scorsi Israele ha ricevuto indicazioni fatte arrivare ai Paesi mediatori che il nuovo leader di Hamas, Yahya Sinwar, è "interessato" all'accordo.
Tuttavia, improvvisamente domenica il gruppo islamista ha annunciato di aver respinto l'invito di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per un ultimo round di negoziati previsto per giovedì.
Una mossa valutata in modi differenti dagli analisti: per alcuni l'annuncio rappresenta una battuta d'arresto significativa per gli sforzi dell'amministrazione Biden. Per altri, si tratta solo di una mossa di Sinwar per guadagnare tempo, e premere l'acceleratore sulle richieste.
Israele ha chiesto, e i mediatori riconoscono l'importanza di tale richiesta, che gli vengano forniti i nomi degli ostaggi da liberare prima che eventualmente abbia inizio l'attuazione dell'accordo. Secondo indiscrezioni dei media, Gerusalemme è pronta a essere flessibile sulle richieste della milizia islamica riguardo a quali detenuti palestinesi potrebbero essere liberati e su quali porrebbe il veto. Israele starebbe inoltre indicando che sarà più flessibile su questo tema se Hamas includerà più ostaggi viventi tra i 33 da liberare nella prima fase di 42 giorni dell'accordo previsto in tre fasi. I tre momenti dell'accordo che Biden ha presentato a maggio prevedono inizialmente un cessate il fuoco totale di sei settimane e il ritiro delle truppe israeliane dalle aree densamente popolate della Striscia. Rilascio di "alcuni" degli ostaggi, tra cui donne, anziani e feriti. In cambio, la liberazione di centinaia di detenuti palestinesi; ritorno degli sfollati nei loro quartieri di Gaza. Inoltre un aumento significativo degli aiuti umanitari . Hamas dovrebbe rilasciare "tutti gli ostaggi ancora in vita", compresi i soldati israeliani maschi. Un punto chiave, questo, su cui si sono fermati le mediazioni in passato.
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