Nonostante la pausa nell'iter della legge, le 'Bandiere Nere', pur definendo una vittoria l'annuncio di ieri del premier, ha detto che non "accetterà una mezza dittatura" e che la "battaglia è ancora lunga".
Anche perché nonostante l'annuncio del premier di una pausa nella riforma giudiziaria, il governo ha presentato alla Knesset per il voto finale - dopo essere stato approvato in Commissione - proprio uno dei disegni di legge più controversi della riforma: la nomina dei giudici della Corte Suprema. Una mossa - giustificata dal governo con motivi tecnici - che ha fatto infuriare l'opposizione secondo cui minaccia i negoziati tra le parti che dovrebbero aprirsi a breve sotto l'egida del presidente Isaac Herzog. Il provvedimento presentato - che può essere votato in qualsiasi momento dalla Knesset dove la coalizione di governo ha la maggioranza - modifica la composizione e i criteri del Comitato di nomina dei giudici della Corte Suprema affidando la prevalenza alla sfera politica e non tecnica. Una situazione attaccata dall'opposizione: il leader nazionalista laico Avigdor Lieberman ha denunciato che "Netanyahu mente" e "sputa in faccia alla gente". (ANSAmed).
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