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Al MedFilm, amore e memoria protagonisti di Sulla terra leggeri

Il primo lungometraggio della regista italo-tunisina Sara Fgaier

11 novembre 2024, 14:30

Redazione ANSA

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(di Valentina Maresca) (ANSAmed) - ROMA, 11 NOV - Che cosa succede quando un'amnesia cancella il passato e il ricordo di un amore determinante per la propria formazione sentimentale mentre si sfoglia un diario scritto a 20 anni da quello che ormai appare come un estraneo? È la storia di Gian raccontata dalla regista italo-tunisina Sara Fgaier in 'Sulla terra leggeri', suo primo lungometraggio che stasera potrà essere visto alle 20.30 in anteprima romana al The Space Cinema Moderno nell'ambito della XXX edizione del MedFilm Festival.

"Sono onorata che la manifestazione abbia scelto il mio primo film per il concorso ufficiale", ha detto ad ANSAmed Fgaier, che stasera sarà presente alla proiezione. "Il lungometraggio dal 28 novembre sarà in sala con la distribuzione dell'Istituto Luce e rimette in primo piano la memoria, tema di cui mi sono sempre occupata come montatrice e direttrice di cortometraggi. Il lavoro con immagini di archivio offre un potenziale enorme".

Fgaier tiene molto a quest'ultimo aspetto, evidente nel suo primo film: "Lavorare con filmati d'archivio permette di costruire nuovi mondi, attribuendo significati diversi alle immagini quando vengono montate e ricostruite".

Il racconto della lotta del protagonista contro un'improvvisa amnesia e del suo diario giovanile incentrato sull'amore per Leila consegnatogli dalla figlia Miriam, che lui non riconosce, si dipana "per coinvolgere lo spettatore nel processo di deterioramento di Gian e costruire il suo meccanismo mentale di smarrimento con flash che non riesce a decifrare. Il protagonista deve scoprire il passato e noi viviamo questo processo insieme a lui".

La regista ha illustrato com'è nata questa storia, che la vede anche co-sceneggiatrice: "L'ispirazione di partenza nasce da tanti stimoli e ricerche, ma l'interrogativo alla base di tutto ruota su chi siamo oggi in relazione a chi eravamo - tema che la perdita della memoria porta agli estremi - e sul sentimento di disconoscimento nei confronti del nostro passato, su quanti sconosciuti si è stati nel corso della propria vita".

La perdita della memoria di Gian, la sua nuova condizione di vedovo e la giovinezza ormai alle spalle sono tutte molle "per indagare esperienze legate all'irrazionale: l'amore, la morte che riconfigurano tempo e spazio, esperienze che ci riportano a bisogni primari di essere altro da sé, uscendo dai confini del proprio ego", ha sottolineato Fgaier, che non ha caso nel film dà spazio anche a riti collettivi.

Il lungometraggio è stato girato tra Liguria, Sardegna, Roma e Tunisi. "Molti degli attori trovati in Francia hanno doppia nazionalità, la ricerca si è basata proprio a partire dalle origini nordafricane", ha spiegato la cineasta, precisando che "a Tunisi ho girato durante un vero rituale Stambeli, con un gruppo locale di musicisti e danzatori tunisini". Sulla terra leggeri è stato selezionato anche per il Festival cinematografico di Cartagine, dal 14 al 21 dicembre.

Forte l'impatto della letteratura nei lavori passati e futuri di Fgaier, e a riconferma di questo c'è il progetto dell'adattamento di un romanzo e un altro film dalla maggiore complessità, ma su entrambi non si anticipano ulteriori dettagli. "Il primo libro che ho letto a 12 anni è stato l'antologia Spoon River di Edgar Lee Masters e ho diretto il corto Gli anni (tratto dall'omonimo romanzo del premio Nobel 2022 Annie Ernaux, ndr), che ha vinto l'European Film Award come miglior cortometraggio europeo, senza dimenticare l'influenza che per me ha avuto il libro 'Livelli di vita' di Julian Barnes", ha concluso.

(ANSAmed).

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