"La disciplina delle catture degli animali selvatici è rappresentativa di come stia evolvendo l'interazione con gli uomini. Per secoli - spiega Simone Angelucci, responsabile Ufficio Veterinario del Parco - è stata utilizzata per intrappolare animali nelle arene e nelle esibizioni; negli ultimi decenni si è sviluppata a scopo di ricerca e di conservazione, consentendo in alcuni casi di salvare specie in via di estinzione. Nell'ultimo periodo i team di cattura sono impegnati anche nella risoluzione di interazioni difficili, come quelle generate da animali confidenti o problematici in aree urbane o fortemente antropizzate, contribuendo a un'utilità sociale e istituzionale. Il Parco nazionale della Maiella ha sviluppato, in modo multidisciplinare e integrato, queste pratiche a beneficio soprattutto del lupo, dell'orso e del camoscio appenninico e ha promosso in diverse occasioni lo scambio tra professionisti provenienti da diversi contesti e Paesi del mondo".
L'evento, organizzato dal Centro Ricerche sulla Fauna Selvatica del Parco della Maiella, si innesta in un momento critico del rapporto tra uomo e fauna selvatica. Da una parte l'eliminazione di habitat e specie autoctone, dovuta allo sviluppo economico e sociale, ha alterato l'equilibrio dell'ecosistema richiedendo un intervento urgente di conservazione di alcune specie. Dall'altra, l'abbandono delle aree rurali da parte dell'uomo spinge diversi animali a frequentare anche aree urbane.
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