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ANSAcom - In collaborazione con Unioncamere
La bellezza può salvare dalla crisi? Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, è convinto di sì, visto che cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 296,9 miliardi di euro. Lo afferma il rapporto Io sono cultura 2024, presentato oggi a Roma. A chiusura dell'evento, Realacci ha ribadito il ruolo della cultura per l'Italia come formidabile attivatore di economia. "La forza della nostra economia e del made in Italy - dichiara Realacci - deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti".
Il rapporto "Io sono cultura 2024" di fondazione Symbola, Unioncamere, centro studi Tagliacarne e Deloitte evidenzia infatti come il sistema produttivo culturale e creativo sia cresciuto - nel 2023 - sia dal punto di vista del valore aggiunto (104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5% rispetto all'anno precedente e del +12,7% rispetto al 2019) sia da quello dell'occupazione (1.5 milioni di addetti con una variazione del +3,2% rispetto al 2022).
Il concetto di cultura come traino dell'economia viene sposato anche dal presidente di Unioncamere, Andrea Prete che ha ricordato: "Come sistema camerale guardiamo da tempo con grande attenzione alla imprenditoria culturale e creativa e ai suoi collegamenti con la pubblica amministrazione e il terzo settore.
Il sistema produttivo culturale e creativo, con i suoi effetti moltiplicativi arriva a rappresentare in termini di reddito prodotto una quota importante del totale dell'economia". Per il presidente dell'Istituto per il Credito sportivo e culturale Beniamino Quintieri il rapporto testimonia la dimensione industriale "rilevante" raggiunta dalla filiera culturale e creativa ma ha anche ricordato che "attualmente i Comuni destinano solo il 28% della spesa in conto capitale alle attività culturali". Mentre per Valeria Brambilla, ad di Deloitte & Touche SpA "oltre agli impatti strettamente economici ed occupazionali" evidenziati dal rapporto, "esistono anche gli impatti della cultura relativi ad aspetti quali competenze, diversità ed inclusione, che possiamo oggi misurare grazie a nuovi modelli di misurazione e rendicontazione della cultura".
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