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Fs, piano di investimenti da 100 miliardi fino al 2029

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Fs, piano di investimenti da 100 miliardi fino al 2029

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In collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane

Donnarumma: 'Trasformazione ambiziosa. Non vendiamo pezzi'

ROMA, 12 dicembre 2024, 17:09

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Tommaso Tanzilli, Presidente Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tommaso Tanzilli, Presidente Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tommaso Tanzilli, Presidente Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane

Il gruppo Ferrovie dello Stato programma 100 miliardi di investimenti nei prossimi cinque anni e un percorso di rinnovamento che ha, tra i vari obiettivi, l'aumento del 30% delle persone raggiunte dal sistema Alta Velocità, il recupero della puntualità per oltre 50mila treni all’anno, l’ampliamento dell’offerta commerciale, aumentando di 195 milioni il numero dei passeggeri nello stesso periodo nel Paese, tra Trenitalia (100 milioni) e Busitalia (95), e di un 40% all'estero. Intanto il gruppo valuta anche l'apertura del capitale a terzi per l'autofinanziamento e quindi la riduzione del fabbisogno di finanziamenti pubblici, pur sottolineando che l'obiettivo "non è vendere dei pezzi" e che "le modalità vanno concordato con Mef e Mit". Sono queste alcune delle linee guida tracciate dall'amministratore delegato e direttore generale del gruppo, Stefano Antonio Donnarumma, durante la presentazione del piano programmatico 2025-2029 della società, avvenuta a Roma. Il gruppo avvia "una fase di trasformazione ambiziosa, mirata non solo a innovare i processi operativi, ma anche a migliorare sensibilmente i servizi offerti" ha sottolineato l'ad, secondo cui il piano "punta a imprimere una netta discontinuità" e "risponde alle esigenze di una società proiettata verso il futuro, riconoscendo nella mobilità integrata un pilastro fondamentale per lo sviluppo". Per accompagnare questo percorso, Fs ha individuato cinque programmi trasformativi che riguardano la sicurezza per i passeggeri, gli asset e i lavoratori (con l’obiettivo “zero infortuni”), le risorse umane, la tecnologia (con 2 miliardi di euro di investimenti digitali in dieci anni), la sostenibilità e le risorse finanziarie, queste ultime "per una piena valorizzazione dei business". Business nel quale si prospetta una "sostanziale crescita" da qui al 2029, determinata da un miglioramento di tutti i principali indicatori economici, con un incremento dei ricavi a oltre 20 miliardi di euro, dell’Ebitda a più di 3,5 miliardi di euro e del risultato netto a oltre 500 milioni. Quanto alle opere, tra i principali progetti ritenuti strategici, Donnarumma ha ricordato il nodo di Genova, i 145 chilometri della Napoli-Bari, i 227 chilometri della Palermo-Catania-Messina e il sottoattraversamento di Firenze, così come l'attenzione per il completamento del Terzo Valico, che "in questo momento è all'ultimo miglio". "Non ci sono ritardi dovuti a incapacità ma a condizioni esogene, ma la soluzione la stiamo identificando e l'opera riusciremo a finirla", ha detto il manager. E proprio in merito ai fattori esogeni, parlando dei progetti relativi al Pnrr, l'ad di Fs ha annunciato che, "dopo aver analizzato una per una le attività ancora in corso e quali fossero quelle davvero completabili", è stata avviata una proposta di rimodulazione su progetti caratterizzati da imprevisti, per garantire il raggiungimento del target, per un residuo di 14 miliardi di euro, rispetto ai 24,9 assegnati (consuntivati all'ottobre 2024 circa 11 miliardi di euro). Tra le iniziative strategiche non incluse nel piano, ma da sviluppare per "potenziarlo ulteriormente", oltre al tema della connettività - "dobbiamo realizzare un'infrastruttura di rete dedicata solo alla ferrovia, perché non è possibile che nel 2025 non si riesca a garantire di parlare al telefono, la promessa è che cerchiamo di farlo nell'arco del mio mandato", ha detto Donnarumma - c'è il potenziamento di Fs International, dedicata al controllo e alla gestione del business internazionale, che "diventerà una realtà da 3 miliardi di fatturato." E poi l'apertura a nuovi capitali nell'asset dell'Alta Velocità, che vale "8 miliardi". "Non stiamo pensando ad investitori, non ne abbiamo identificato nessuno, ci siamo dedicati al modello finanziario, da adesso in avanti ci confronteremo con Mef e Mit per approfondire un modello da applicare" ha sottolineato Donnarumma. "Si può fare in modi diversi - ha aggiunto -, ma privatizzare o fare a pezzi il gruppo Fs non è nel nostro progetto, anzi lavoriamo per riportare sotto il nostro controllo parti della filiera". L'ad di Fs guarda semmai a "uno strumento dello Stato che si chiama Cdp, che ne ha a sua volta finanziato un altro che si chiama F2i, che è una sgr. Grazie a questo modello di finanziamento esce dal bilancio dello Stato, quindi ciò che viene finanziato con questo percorso - ha concluso - non va nel debito pubblico".


   

ANSAcom - In collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane

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