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La spinta del fotovoltaico alla decarbonizzazione

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La spinta del fotovoltaico alla decarbonizzazione

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In collaborazione con Italia Solare

Italia Solare, 'Italia ancora in ritardo per iter burocratico'

Milano, 15 novembre 2023, 11:02

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Il presidente di Italia Solare, Paolo Rocco Viscontini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente di Italia Solare, Paolo Rocco Viscontini - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente di Italia Solare, Paolo Rocco Viscontini - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Italia Solare

Il fotovoltaico può dare una spinta rilevante al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione europea per il 2050 in materia di ambiente, energia e clima. Le soluzioni individuate a livello nazionale presentano tuttavia ancora criticità, specialmente dal punto di vista burocratico. Ne sono convinti i rappresentanti di Italia Solare, associazione del terzo settore che supporta la produzione e distribuzione dell’energia da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico. 

In Italia, il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (Pniec) pone degli obiettivi al 2030 “estremamente ambiziosi”, spiega all’ANSA Rolando Roberto, vicepresidente Italia Solare e coordinatore del gruppo di lavoro agri-fotovoltaico e fotovoltaico nel territorio. “Dobbiamo raddoppiare la velocità di installazione. A oggi siamo effettivamente in ritardo sia per gli iter autorizzativi che sono molto lenti, sia per le problematiche legate alla connessione”, prosegue. 

Secondo il vicepresidente Roberto un ruolo “importante potrà essere svolto dal fotovoltaico di tipo agricolo, detto anche agro-fotovoltaico, ma è una tecnologia ancora sperimentale”. Per quanto riguarda, invece, la bozza del decreto Aree Idonee, Roberto sottolinea gli “aspetti critici” tra cui la definizione “di aree molto complesse, spesso anche interregionali” per cui “occorre una maggiore perimetrazione”. Inoltre, “nell’attuale bozza “il 100% delle aree è da considerarsi realizzabile attraverso il fotovoltaico di tipo avanzato e in assetto agricolo. Realizzare questi sistemi di agri-fotovoltaico è più costoso rispetto al fotovoltaico a terra, il che renderebbe meno competitiva la possibilità di realizzare a basso costo l'energia elettrica. L'altro aspetto riguarda il maggiore impatto paesaggistico e quindi le maggiori problematiche possibili a livello autorizzativo”. Per l’associazione i vincoli inseriti nella proposta di decreto penalizzano fortemente la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra in aree classificate agricole, poiché tali vincoli si estendono anche su aree compromesse o di scarso interesse per l’uso agricolo perché in prossimità di strutture produttive o di infrastrutture. 

Il fotovoltaico può comunque già fornire un deciso contributo al risparmio sulle bollette di famiglie e imprese. “Negli ultimi anni il fotovoltaico è sceso tantissimo di prezzo, è molto più abbordabile e il tempo di ritorno di un investimento in un impianto fotovoltaico è davvero di pochi anni”, sostiene Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare. “Non solo attraverso l’auto produzione, ma anche tramite la condivisione di energia tra più soggetti. Pochi sanno che tutti gli impianti fotovoltaici consentono l'abbassamento del prezzo dell'energia a livello nazionale. Questo permette una riduzione significativa dei costi dell'energia per tutto il paese, per le famiglie e per le imprese” e questo “significa maggiore competitività”. 

 

ANSAcom - In collaborazione con Italia Solare

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