(di Stefano Intreccialagli)
(ANSA) - ROMA, 17 NOV - La formazione italiana nel mondo è un
modello per la diffusione della cultura e dei valori di pace, un
efficace strumento di diplomazia e di soft power "sul quale
insistere", per non dimenticare i sei milioni di italiani
all'estero e per formare una classe dirigente straniera amica
dell'Italia. E' il messaggio emerso dalle Giornate della
Formazione Italiana nel Mondo, il primo appuntamento
istituzionale tra gli attori della rete formativa dell'Italia
all'estero organizzato dalla Farnesina.
"L'Italia è un grande Paese che vanta un'eredità e un
bagaglio culturale che tutti vorrebbero avere, noi abbiamo il
dovere di tramandare questo sapere, perché possa essere
patrimonio per i nostri connazionali all'estero", ha spiegato il
ministro degli Esteri Antonio Tajani ricordando il ruolo di
ambasciate, istituti di cultura e scuole italiane, ma anche
quello "importante che ha l'agenzia ANSA", media partner
dell'evento, nel portare l'Italia nel mondo.
"Le nostre scuole all'estero devono essere sempre più aperte
ai giovani non italiani", ha aggiunto il titolare della
Farnesina, perché studiare insieme ai ragazzi italiani significa
"rafforzare uno spirito di pace". Anche in quest'ottica,
"abbiamo parlato con il ministro dell'Istruzione Valditara e
vogliamo coinvolgere anche il ministro Bernini per dare vita ad
un progetto molto ampio per diffondere la cultura e la
formazione italiana nel mondo, ma anche per attirare giovani non
italiani nelle nostre università, per costruire una rete di
amici dell'Italia. Un modo anche per rinforzare la nostra
diplomazia culturale". L'idea è di presentarlo alla prossima
Conferenza degli Ambasciatori in programma il 20 e 21 dicembre.
Un'iniziativa confermata da Valditara, che ha parlato di un
tavolo tecnico. "E' fondamentale rimettere l'istruzione al
centro dell'azione politica allocando risorse ed utilizzando i
fondi europei. Grazie al Pnrr, stiamo innalzando la qualità" del
sistema.
Durante la giornata, sono stati presentati i risultati dei
tavoli di lavoro in cui si sono riuniti gli attori della rete,
confluiti in un documento programmatico. Protagonisti i
dirigenti scolastici, docenti, esperti e rappresentanti di
organizzazioni e iniziative parte della rete, come la Società
Dante Alighieri e la Banca d'Italia, e il direttore
dell'Istituto di cultura di Kiev, Edoardo Crisafulli. Ma
soprattutto gli studenti provenienti da istituti italiani e
paritari all'estero, vera e propria "agorà del pensiero libero
della scuola italiana nel mondo", che con emozione ed orgoglio
hanno raccontato il proprio lavoro. "Ho iniziato a studiare in
un liceo italiano per finire il percorso di studi iniziato in
Italia ma poi - ha detto Fabio Guglielmo Feo, da Zurigo - ho
scoperto quanto realmente potesse offrirmi rappresentare
l'italianità all'estero". "C'e molta curiosità per la lingua
italiana da parte degli studenti turchi", ha riferito Brando
Morigi, che frequenta la scuola statale italiana di Istanbul.
"Essere qui - secondo Hassan Mohamed, studente egiziano della
Scuola salesiana Don Bosco al Cairo - è un'opportunità. Rende
vivi incontrare persone da tutto il mondo". Tra le proposte
avanzate dall'agorà degli studenti, l'introduzione di corsi di
digitalizzazione, programmi di scambio, gemellaggi e
sostenibilità.
"Il modello della formazione italiana è ricco di
potenzialità, c'è una grande domanda" di Italia nel mondo, ha
sottolineato l'ambasciatore Pasquale Quito Terracciano,
direttore generale per la Diplomazia pubblica e culturale della
Farnesina, evidenziando come le scuole statali italiane
all'estero sono "strumenti importanti della politica estera".
Insieme a testimonianze, riflessioni, video e dibattiti, la
giornata è stata occasione anche per presentare il nuovo logo e
uno spot del Sistema della formazione italiana nel mondo.
(ANSA).
