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Sociale:'care leavers',Toscana aderisce a progetto nazionale

Diretto a giovani che vivono fuori dalla famiglia di origine

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 12 DIC - La Toscana aderisce al progetto sperimentale nazionale Care Leavers. Una delibera portata in giunta dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata nel corso dell'ultima seduta definisce i tre ambiti territoriali in cui avverrà la sperimentazione e il cofinanziamento regionale. Lo riporta un comunicato. Il progetto sperimentale Care Leavers è promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e si rivolge a giovani neomaggiorenni, italiani e stranieri residenti in Italia che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine, sulla base di un provvedimento dell'autorità giudiziaria e che quindi sono in carico ai servizi sociali degli enti locali con esperienze di affidamento familiare o di collocamento temporaneo in comunità socio educative. Obiettivo della sperimentazione, prosegue la nota, è permettere ai ragazzi che vivono esperienze di tutela e allontanamento temporaneo dalla famiglia di completare il percorso di crescita verso l'autonomia, garantendo la continuità dell'intervento socio educativo - che corre il rischio di essere interrotto al raggiungimento della maggiore età - sino al compimento dei 21 anni. Si intende dunque, spiega ancora la nota, promuovere progetti integrati di accompagnamento all'autonomia di ragazze e ragazzi in uscita dall'accoglienza, attraverso misure di supporto alla loro quotidianità e a scelte di vita orientate verso la formazione universitaria, la formazione professionale oppure verso l'accesso al mercato del lavoro. Gli ambiti territoriali individuati sono il comune di Firenze, la zona della piana di Lucca e la Società della Salute CoeSo a Grosseto. Ai 350.000 euro erogati dal Ministero, la Regione Toscana affianca un cofinanziamento di 88.000 euro. I territori interessati dispongono di un arco temporale triennale, nel quale coinvolgere circa 30 (10 per ogni ambito territoriale) ragazzi selezionati tra coloro che vivono fuori dalla famiglia di origine e che presentano un profilo tale da poter essere inseriti in percorsi di sostegno alla graduale acquisizione di autonomia. Per loro, e insieme a loro, sarà definito un progetto individualizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, che potrà comprendere percorsi di studi superiori/universitari, formazione professionale e orientamento al lavoro oppure l'inserimento lavorativo. Il sostegno all'autonomia si sostanzierà con l'assegnazione di una borsa individuale per la copertura delle spese ordinarie e specifiche necessarie durante il percorso, per un ammontare mensile fino a un massimo di 780 euro. Insieme agli operatori dei servizi sociali, si conclude, intervengono nel progetto i tutor per l'autonomia, figure cardine individuate per sostenere le finalità e gli obiettivi della sperimentazione e dei progetti individualizzati delle ragazze e dei ragazzi coinvolti. Il tutor è quindi risorsa aggiuntiva che interviene e si integra nella rete di relazione che costituisce il contesto di riferimento in cui vivono i ragazzi.(ANSA).
   

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