(ANSA) - ROMA, 22 GEN - Creare forme di autonomia e
aggregazione per le persone con disabilità, così da stimolare
nuove possibilità cognitive verso il raggiungimento di un
maggiore distacco dalla famiglia. E farlo unendo in una rete di
collaborazioni e ascolto reciproco associazioni, operatori e
parenti: il progetto nazionale si chiama "Noi speriamo che ce la
caviamo soli...". Capofila è l'Aias - Associazione Italiana
Assistenza Spastici, Sezione provinciale Pesaro e Urbino, che
negli ultimi due anni ha coordinato il progetto, esteso su 12
regioni italiane, con il coinvolgimento di 13 associazioni e il
finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali, per un valore complessivo di 900mila euro.
I risultati vengono definiti "sorprendenti". Il presidente
Franco Tonucci racconta: "Grazie al progetto quattro dei nostri
ragazzi hanno avuto la possibilità di condividere spazi e
momenti conviviali infrasettimanali, trascorrere week end
'lontano da casa' tra visite a musei, partite di bowling, gite,
eventi sportivi. Il beneficio per le famiglie e per i figli è
pienamente positivo - spiega il presidente dell'associazione -
Avanti tutta, l'autonomia è un diritto universale e un valore
prezioso". I risultati di "Noi speriamo che…" sono raccolti nel
fascicolo delle Linee guida, così da poter replicare
l'esperienza anche in altre parti d'Italia. A curarlo, il
comitato scientifico coordinato da Angela Genova, ricercatrice
dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo che spiega:
"Avviare progetti d'autonomia innesca cambiamenti anche
inaspettati nelle persone con disabilità. Di fronte agli stimoli
per l'indipendenza, abbiamo visto sviluppi sorprendenti. Nuove
possibilità si sono aperte anche per familiari e operatori. È
emersa la necessità di lavorare molto nella propria comunità
territoriale, che non è sempre pronta ad includere le persone
disabili coinvolte in percorsi d'indipendenza. I genitori hanno
bisogno di continuità. Sono pronti a delegare l'assistenza dei
propri figli, purché in azioni continuative e strutturate".
Oltre alla capofila Aias di Pesaro hanno preso parte a Noi
speriamo che ce la caviamo da soli…, le associazioni Insieme a
Pesaro, Abitare Insieme a L'Aquila, Aladino a Terni, Anffas
Cagliari, Csa a Messina, Conca d'Oro a Vicenza, Cpd a Torino,
Ecopark a Udine, Fuorigioco a Mantova, Gad a Forlì, Insieme per
i disabili a Lecce, Semi di Pace a Tarquinia. CSV Marche ha
fornito assistenza tecnica al percorso.
Sono stati 52 i beneficiari diretti del progetto, altri 208
quelli che hanno partecipato al processo di indagine, 158
volontari e 26 gli operatori coinvolti. (ANSA).