(ANSA) - ROMA, 24 GIU - La responsabilità sociale
dell'impresa è diventata un dovere, quasi un obbligo, se il 96%
delle aziende italiane dichiara di aver speso quasi 300mila euro
all'anno (282mila euro per l'esattezza) in attività di Corporate
Social Responsibility (Csr): in totale 2 miliardi e 162 milioni
di euro nel 2021. E' quanto emerge dai dati del decimo Rapporto
Csr sull'impegno sociale, economico e ambientale delle aziende
in Italia, presentati a Roma dall'Osservatorio Socialis. E le
crisi, dalla pandemia alla guerra, non sembrano rallentare
questo cammino. Aumenta visibilmente la percentuale di aziende
che ha già confermato il budget per il 2022 (65% rispetto al 40%
del 2020); viceversa si è ridotta la quota di imprese che ha
annullato o ridotto il budget (27%) ed anche la quota che non lo
aveva pianificato in anticipo (6%).
Il Rapporto Csr promosso dall'Osservatorio Socialis, e
realizzato da Istituto Ixè, è stato presentato a Roma, con la
partecipazione e il sostegno di Msd Italia, Gruppo Cap, Sogei,
Fondazione Prioritalia, e con il patrocinio istituzionale di
Mite, Mef, Ministero Lavoro, Rappresentanza italiana della
Commissione europea, Assessorato alle attività produttive del
Comune di Roma, Unioncamere, Asvis, Sustainability Makers, Anima
per il Sociale, Animaimpresa e 34 atenei italiani.
"Sembra un paradosso, ma la crisi determinata dalla pandemia
ha costretto le imprese a ripensare le proprie strategie,
fissando come non rinunciabili le attività legate alle
responsabilità sociali, economiche e ambientali - ha spiegato
Roberto Orsi, direttore dell'Osservatorio Socialis -. Chi non
vuole rimanere indietro deve spingere sempre di più sui valori
della responsabilità sociale e adottarli ormai senza riserve,
per stare meglio sul mercato in un mondo che cambia". (ANSA).
