Avanti sulla salute e l'economia
circolare ma marcia indietro su molti obiettivi dell'Agenda 2030
dalla povertà alle risorse idriche, alle istituzioni: la
fotografia della sostenibilità che emerge dal nuovo Rapporto
ASviS sulle Regioni non è confortante:
tra il 2010 e il 2022 gran parte delle Regioni italiane non
hanno fatto passi avanti soddisfacenti rispetto agli obiettivi
di sviluppo sostenibile.
Rappresentano una eccezione positiva la Valle d'Aosta e la
Toscana, mentre tra quelle che mostrano le peggiori performance
si segnalano il Molise e la Basilicata, che presentano
arretramenti rispetto al 2010 per ben sei obiettivi. Aumentano
anche le disuguaglianze territoriali: complessivamente, le
differenze di performance tra territori crescono per sette
obiettivi, diminuiscono solo per due e restano invariate per
cinque.
Il Rapporto dedica particolare attenzione anche alle
Strategie per lo sviluppo urbano sostenibile, inserite nei
Programmi regionali delle politiche di coesione, e agli altri
programmi dedicati alle città, finanziati complessivamente con
più di 8 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. Si tratta di
un'occasione unica, secondo ASviS, per integrare tutti i
finanziamenti (Pnrr, politiche ordinarie) attraverso
l'elaborazione di una Agenda urbana nazionale per lo sviluppo
sostenibile, di cui quella elaborata nel 2022 dal ministero
delle Infrastrutture e la mobilità sostenibili costituisce un
primo esempio. A tal fine, va finalmente attivato il Comitato
interministeriale per le politiche urbane (CIPU) ricostituito
nel 2021 e finalizzato a rappresentare la dimensione urbana
della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.
Senza un deciso cambiamento delle politiche, sottolinea
quindi l'ASviS, molti degli obiettivi dell'Agenda 2030 non
saranno raggiunti, come mostra il confronto, per 24 obiettivi
quantitativi, tra i risultati dell'Italia e quelli delle singole
Regioni e Province autonome. Ad esempio tra gli obiettivi a a
carattere sociale, 14 Regioni e Province autonome hanno la
possibilità di ridurre sotto il 9% la dispersione scolastica e
15 di fornire servizi per l'infanzia per il 33% degli aventi
diritto. Di contro, in 12 territori la quota di laureati sta
diminuendo, allontanandosi dall'obiettivo del 50% di laureati
(in età 30-34 anni). Per gli obiettivi a carattere ambientale il
25% di superficie agricola
utilizzata destinata a coltivazioni biologiche è raggiungibile
da 11 territori su 21. Tra gli obiettivi con forti criticità, si
segnalano l'efficienza idrica, la riduzione del 20% dell'energia
consumata e l'azzeramento del consumo di suolo, per i quali in
circa due/terzi dei territori la situazione sta peggiorando,
fermo restando che nessuna Regione o Provincia autonoma sembra
avere la possibilità di raggiungerli entro il 2030. Per gli
obiettivi a orientamento economico, la copertura della rete
Gigabit per tutte le famiglie appare raggiungibile da 18
territori. Al contrario, una situazione critica per la riduzione
di rifiuti urbani: in 15 territori, infatti, tale produzione sta
aumentando e in nessuna area si registrano miglioramenti
significativi. Per i temi a carattere istituzionale infine, si
segnala che, nonostante l'obiettivo di ridurre del 40% la durata
dei procedimenti civili, in 12 territori su 21 essa sta
aumentando, il che rende per essi irraggiungibile
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