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La Cop28 cerca l'intesa,'il fallimento non è un'opzione'

La Cop28 cerca l'intesa,'il fallimento non è un'opzione'

Ma c'è il veto di Arabia Saudita e Iraq sulle fonti fossili

DUBAI, 11 dicembre 2023, 11:38

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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dell'inviata Stefania De Francesco A 48 ore dalla deadline della Cop28 a Dubai sui cambiamenti climatici, il presidente della Conferenza, Sultan Al Jaber, lancia ai 197 Paesi partecipanti più l'Ue un messaggio chiaro: "Il fallimento non è un'opzione.
    Voglio che ciascuno sia pronto ad accettare compromessi", "le ragioni di ognuno saranno ascoltate", "attendo soluzioni".
    I negoziati per raggiungere un accordo finale "stanno facendo buoni progressi" ha aggiunto Al Jaber, dando conto di una accelerazione rispetto a ieri sera, ma il tempo scorre e il nodo principale sull'uscita (phase out) graduale dalla produzione di carbone, petrolio e gas resta in piedi. "Questa sarà la prima presidenza" della Conferenza delle Parti (Cop) "ad aver chiesto il consenso sull'uscita dai combustibili fossili e basata sulla scienza". Finora, infatti, si è parlato di riduzione (phase down).
    Arabia Saudita e Iraq (membri dell'Opec) hanno subito ribadito il proprio no a citare la questione nel testo finale (che è fra le 4 opzioni emerse nell'ultimo documento della presidenza dell'8 dicembre) adducendo che non è il momento di abbandonare le fonti fossili perché sarebbe anche un danno per l'economia mondiale. Bisogna per ora puntare sulla tecnologia.
    Conterà molto, quindi, il linguaggio che verrà usato nel testo della prossima bozza di accordo, attesa per domani e omnicomprensiva, dal bilancio dei progressi sui cambiamenti climatici al primo obiettivo globale sull'adattamento. E Al Jaber invoca un linguaggio "forte" sul phase out, in linea con l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di contenere entro 1,5 gradi l'aumento medio della temperatura globale entro fine secolo rispetto al periodo preindustriale.
    Contraria, corre voce, resterebbe anche la Russia fra i 13 membri dell'organizzazione di esportatori di idrocarburi e i 10 alleati a cui il segretario generale dell'Opec aveva inviato una lettera l'8 dicembre chiedendo di respingere qualsiasi testo o formula nell'accordo che prenda di mira i combustibili fossili.
    Al Jaber ha convocato i giornalisti prima di incontrare i ministri e delegati in 'majlis', in arabo un meeting a pari livello, per sondare le posizioni in campo e successivamente cercare punti di incontro con i Paesi più ostici. Il suo obiettivo, ribadito ancora, è "un accordo storico, di successo, con impegni come mai accaduto prima", con il consenso a larghissima maggioranza. E qui si faranno i conti con il voto della quarantina di piccole isole del gruppo Aosis (qui ogni voto conta) che rischiano di sparire per colpa degli eventi meteo estremi. Consentite pochissime defezioni, seppure di qualche big. Quindi il lavoro diplomatico impera nel rush finale. Con un accordo forte "ci sarà un beneficio per ciascuno e ovunque", ha assicurato il presidente della Cop28 rilevando "l'opportunità unica di ottenere un risultato trainato dalla scienza, e che può aiutare a trasformare le economie per le prossime generazioni".
    I colloqui sono "ancora molto aperti", ha detto la vice presidente spagnola Teresa Ribera ai giornalisti sottolineando le "forti reazioni e come ciascuna parte sottolinei gli aspetti che ritiene più importanti". Pertanto, bisogna vedere quanta convinzione c'è nel "raggiungere quell'1,5 e come garantire un importante aumento dei finanziamenti per l'adattamento". Il commissario europeo per l'azione per il clima Wopke Hoekstra ha osservato che "serve un compromesso fra le parti perché non lo si può fare con la scienza".
    Dal Forum di Doha in Qatar, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha esortato a concordare "tagli profondi alle emissioni in linea con 1,5 gradi, l'unica strada verso la sostenibilità climatica ed economica". Papa Francesco durante l'Angelus ha chiesto di "pregare perché si arrivi a buoni risultati per la cura della nostra casa comune e la tutela delle popolazioni".
    Nella giornata dedicata all'agricoltura, il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto ha annunciato che "la prossima Presidenza italiana del G7, nel 2024, continuerà a promuovere un'agenda integrata e ambiziosa sul clima e sui sistemi alimentari", annunciando che "l'Italia contribuirà con 10 milioni di euro per catalizzare investimenti più ampi in piani integrati di cibo e clima nei paesi in via di sviluppo".
   

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