dell'inviata Stefania De Francesco
A 48 ore dalla deadline della Cop28
a Dubai sui cambiamenti climatici, il presidente della
Conferenza, Sultan Al Jaber, lancia ai 197 Paesi partecipanti
più l'Ue un messaggio chiaro: "Il fallimento non è un'opzione.
Voglio che ciascuno sia pronto ad accettare compromessi", "le
ragioni di ognuno saranno ascoltate", "attendo soluzioni".
I negoziati per raggiungere un accordo finale "stanno facendo
buoni progressi" ha aggiunto Al Jaber, dando conto di una
accelerazione rispetto a ieri sera, ma il tempo scorre e il nodo
principale sull'uscita (phase out) graduale dalla produzione di
carbone, petrolio e gas resta in piedi. "Questa sarà la prima
presidenza" della Conferenza delle Parti (Cop) "ad aver chiesto
il consenso sull'uscita dai combustibili fossili e basata sulla
scienza". Finora, infatti, si è parlato di riduzione (phase
down).
Arabia Saudita e Iraq (membri dell'Opec) hanno subito
ribadito il proprio no a citare la questione nel testo finale
(che è fra le 4 opzioni emerse nell'ultimo documento della
presidenza dell'8 dicembre) adducendo che non è il momento di
abbandonare le fonti fossili perché sarebbe anche un danno per
l'economia mondiale. Bisogna per ora puntare sulla tecnologia.
Conterà molto, quindi, il linguaggio che verrà usato nel testo
della prossima bozza di accordo, attesa per domani e
omnicomprensiva, dal bilancio dei progressi sui cambiamenti
climatici al primo obiettivo globale sull'adattamento. E Al
Jaber invoca un linguaggio "forte" sul phase out, in linea con
l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di contenere entro 1,5 gradi
l'aumento medio della temperatura globale entro fine secolo
rispetto al periodo preindustriale.
Contraria, corre voce, resterebbe anche la Russia fra i 13
membri dell'organizzazione di esportatori di idrocarburi e i 10
alleati a cui il segretario generale dell'Opec aveva inviato una
lettera l'8 dicembre chiedendo di respingere qualsiasi testo o
formula nell'accordo che prenda di mira i combustibili fossili.
Al Jaber ha convocato i giornalisti prima di incontrare i
ministri e delegati in 'majlis', in arabo un meeting a pari
livello, per sondare le posizioni in campo e successivamente
cercare punti di incontro con i Paesi più ostici. Il suo
obiettivo, ribadito ancora, è "un accordo storico, di successo,
con impegni come mai accaduto prima", con il consenso a
larghissima maggioranza. E qui si faranno i conti con il voto
della quarantina di piccole isole del gruppo Aosis (qui ogni
voto conta) che rischiano di sparire per colpa degli eventi
meteo estremi. Consentite pochissime defezioni, seppure di
qualche big. Quindi il lavoro diplomatico impera nel rush
finale. Con un accordo forte "ci sarà un beneficio per ciascuno
e ovunque", ha assicurato il presidente della Cop28 rilevando
"l'opportunità unica di ottenere un risultato trainato dalla
scienza, e che può aiutare a trasformare le economie per le
prossime generazioni".
I colloqui sono "ancora molto aperti", ha detto la vice
presidente spagnola Teresa Ribera ai giornalisti sottolineando
le "forti reazioni e come ciascuna parte sottolinei gli aspetti
che ritiene più importanti". Pertanto, bisogna vedere quanta
convinzione c'è nel "raggiungere quell'1,5 e come garantire un
importante aumento dei finanziamenti per l'adattamento". Il
commissario europeo per l'azione per il clima Wopke Hoekstra ha
osservato che "serve un compromesso fra le parti perché non lo
si può fare con la scienza".
Dal Forum di Doha in Qatar, il segretario generale dell'Onu
Antonio Guterres ha esortato a concordare "tagli profondi alle
emissioni in linea con 1,5 gradi, l'unica strada verso la
sostenibilità climatica ed economica". Papa Francesco durante
l'Angelus ha chiesto di "pregare perché si arrivi a buoni
risultati per la cura della nostra casa comune e la tutela delle
popolazioni".
Nella giornata dedicata all'agricoltura, il ministro
dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto ha
annunciato che "la prossima Presidenza italiana del G7, nel
2024, continuerà a promuovere un'agenda integrata e ambiziosa
sul clima e sui sistemi alimentari", annunciando che "l'Italia
contribuirà con 10 milioni di euro per catalizzare investimenti
più ampi in piani integrati di cibo e clima nei paesi in via di
sviluppo".
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