Quasi 7 mila miliardi di dollari
vengono investiti ogni anno a livello globale in attività che
hanno un impatto negativo diretto sulla natura da fonti sia
pubbliche che private, equivalenti a circa il 7% del prodotto
interno lordo globale. Lo evidenzia l'ultimo rapporto 'State of
Finance for Nature' pubblicato oggi alla Cop28 dal Programma
delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep) e dai suoi partner.
Il rapporto rileva che nel 2022 gli investimenti in soluzioni
basate sulla natura sono stati pari a circa 200 miliardi di
dollari, ma i flussi finanziari verso attività che danneggiano
direttamente la natura sono stati 30 volte maggiori. Lo studio
sottolinea l'urgenza di affrontare le crisi interconnesse dei
cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e del
degrado del suolo e indica che le risorse devono triplicare
entro il 2030 e quadruplicare entro il 2050.
"Per avere qualche possibilità di raggiungere gli obiettivi
di sviluppo sostenibile, questi numeri devono essere capovolti,
con i veri custodi della terra, come le popolazioni indigene,
tra i principali beneficiari", ha detto Inger Andersen,
direttore esecutivo dell'Unep.
I risultati si basano su un'analisi dei flussi finanziari
globali, e indicano che quelli privati negativi ammontano a
5mila miliardi di dollari all'anno, 140 volte più grandi dei 35
miliardi di dollari di investimenti privati in soluzioni basate
sulla natura.
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