Per accelerare la transizione
ecologica in Italia il governo deve approvare al più presto il
Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc)
e rivedere in profondità la bozza del Piano nazionale integrato
per l'energia e il clima (Pniec), per renderlo coerente con gli
obiettivi europei al 2030. Importante sarebbe anche
l'approvazione di una Legge per il clima, per definire piani di
azione chiari verso la decarbonizzazione dei diversi settori
produttivi. È quanto emerso dall'ASviS Live svoltosi oggi, dove
si sono confrontati esponenti di istituzioni, forze politiche,
imprese e società civile.
"Per realizzare la transizione ecologica è fondamentale
approvare una Legge per il clima, come fatto dagli altri grandi
Stati europei, possibilmente con il voto favorevole di tutte le
forze politiche, come accaduto per la riforma costituzionale. -
ha dichiarato Enrico Giovannini - La Legge per il clima italiana
dovrebbe, in particolare: sancire l'obiettivo di neutralità
climatica entro il 2050, come deciso a livello di Unione
europea, fissando un budget totale di carbonio e dei budget
settoriali per i diversi comparti economici; stabilire una
governance istituzionale efficace, definendo in modo coerente i
ruoli del Governo, del Parlamento e delle Regioni, alla luce
dell'attuale assetto costituzionale; istituire un Consiglio
Scientifico per il Clima, che con il supporto tecnico delle
agenzie esistenti assista i decisori pubblici nella
predisposizione degli interventi e monitori i risultati via via
ottenuti; definire il percorso temporale per eliminare i sussidi
e gli altri benefici pubblici che, rallentando l'uscita dai
combustibili fossili, danneggiano l'ambiente e la salute umana;
stabilire le modalità di partecipazione e coinvolgimento dei
soggetti economici e sociali alla definizione e all'attuazione
delle politiche climatiche".
Giovannini ha anche ricordato che: "Con la decisione di
contribuire con 100 milioni di euro al fondo 'Loss and Damage'
annunciata alla COP28 il Governo italiano ha riconosciuto la
responsabilità storica dei paesi sviluppati nell'aver provocato
la crisi climatica, indipendentemente da quanto oggi essi
contribuiscono alle emissioni, facendo così chiarezza rispetto
alle posizioni espresse anche di recente da esponenti di varie
forze politiche che subordinano il processo di decarbonizzazione
dell'Italia a quello dei Paesi emergenti. A maggior ragione
vanno intensificati e accelerati gli impegni verso la
transizione ecologica del nostro sistema economico, anche per
ridurre i danni che l'aumento delle temperature italiane provoca
nel nostro Paese e abbattere drasticamente le decine di migliaia
di morti premature all'anno causate dall'inquinamento".
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