Svantaggi crescenti delle donne
rispetto agli uomini, dei giovani laureati del Mezzogiorno
rispetto a quelli del resto del Paese e dei ragazzi che vengono
da famiglie con un basso livello di istruzione. Sono alcuni
degli aspetti principali che emergono dal report dell'Istat
'Livelli di istruzione e ritorni occupazionali. Anno 2022'.
Vi emerge che donne sono più istruite, ma i differenziali
occupazionali di genere sono in peggioramento. L'Istat evidenzia
che in particolare la quota di donne tra 25 e 34 anni laureate è
del 35,5% contro il 23,1% degli uomini.
Il vantaggio femminile nell'istruzione non si traduce però in
un vantaggio lavorativo: il tasso di occupazione femminile è
molto più basso di quello maschile (57,3% contro 78%) e il
divario di genere è in aumento nel 2022.
Anche tra Mezzogiorno e Centro-nord è per l'Istat "ancora
profondo il gap di istruzione e occupazione". Nel Sud Italia, i
laureati 30-34enni (21,6% contro 29,6% del Nord) hanno un tasso
di occupazione 20 punti più basso rispetto al Nord (69,9%,
contro 89,2%).
Inoltre il report segnala se i genitori hanno un basso
livello di istruzione, un giovane su quattro abbandona
precocemente gli studi e uno su 10 raggiunge il titolo
terziario. Con almeno un genitore laureato, invece, le quote
sono, rispettivamente, meno di tre su 100 e circa sette su 10.
Il rapporto registra anche aspetti positivi. Nel 2022, fra
gli under 35 con laurea o diploma conseguiti da almeno un anno e
non oltre tre, cresce il tasso di occupazione: 56,5% tra i
diplomati e 74,6% tra i laureati (+6,6 e
+7,1 punti sul 2021). Per i laureati il valore supera di 4 punti
il livello raggiunto prima della crisi del 2008. Restano molto
ampie le distanze con l'Europa.
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