- "Siamo appena in tempo per evitare
danni ancora più drammatici". E' lapidario l'avvertimento di
papa Francesco sugli effetti e sulla necessità di impegnarsi
nella battaglia sulla cisi climatica, contenuto nella 'Laudate
Deum', l'esortazione apostolica pubblicata oggi nella festa di
San Francesco d'Assisi, con cui integra e completa, a otto anni
di distanza, i contenuti della Laudato si', la sua enciclica
sulla cura della casa comune e sull'"ecologia integrale".
Quello del Pontefice è un vero e propri sprone, rivolto non solo
ai singoli per quanto riguarda i comportamenti quotidiani, ma
soprattutto agli Stati, in particolare in vista delle prossime
Conferenze sul clima, perché, in primo luogo, "tutto è
collegato" e "nessuno si salva da solo", e poi perché "le
soluzioni più efficaci non verranno solo da sforzi individuali,
ma soprattutto dalle grandi decisioni della politica nazionale e
internazionale". Una politica internazionale, tra l'altro, di
cui non manca di sottolineare la "debolezza". Un testo non
lungo - sei capitoli e 73 paragrafi - in cui Bergoglio,
allarmato dai ricorrenti disastri ambientali e dagli "eventi
estremi" oggi "più frequenti e più intensi", premette che "per
quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o
relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì,
sempre più evidenti". Ma, prosegue, "con il passare del tempo,
mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che
ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un
punto di rottura". E se "l'origine umana - 'antropica' - del
cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio",
Francesco rimbrotta i Paesi leader globali, poiché "la crisi
climatica non è propriamente una questione che interessi alle
grandi potenze economiche, che si preoccupano di ottenere il
massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili". E
in più, dice, "certe opinioni sprezzanti e irragionevoli" le
"trovo anche all'interno della Chiesa cattolica".
Per il Papa, che vede il "crescente paradigma tecnocratico"
come "base dell'attuale processo di degrado ambientale",
"abbiamo compiuto progressi tecnologici impressionanti e
sorprendenti, e non ci rendiamo conto che allo stesso tempo
siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a
repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa
sopravvivenza". Ecco allora che "non possiamo rinunciare a
sognare che la Cop28 (in programma a Dubai, ndr) porti a una
decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni
efficaci che possano essere monitorati in modo permanente".
Questa Conferenza "può essere un punto di svolta, comprovando
che tutto quanto si è fatto dal 1992 era serio e opportuno,
altrimenti sarà una grande delusione e metterà a rischio quanto
di buono si è potuto fin qui raggiungere". Finora, "nonostante i
numerosi negoziati e accordi, le emissioni globali hanno
continuato a crescere", ma è solo invertendo questo processo che
"si potrebbe ripristinare la credibilità della politica
internazionale". Il Pontefice invita in ogni caso a porre
"finalmente termine all'irresponsabile presa in giro che
presenta la questione come solo ambientale, 'verde', romantica,
spesso ridicolizzata per interessi economici". E ha parole anche
per i gruppi ambientalisti "radicalizzati", che in realtà
"occupano un vuoto della società nel suo complesso". Da
ultimo una pura constatazione, ma estremamente significativa:
"Se consideriamo che le emissioni pro capite negli Stati Uniti
sono circa il doppio di quelle di un abitante della Cina e circa
sette volte maggiori rispetto alla media dei Paesi più poveri,
possiamo affermare che un cambiamento diffuso dello stile di
vita irresponsabile legato al modello occidentale avrebbe un
impatto significativo a lungo termine". "'Lodate Dio' è il nome
di questa lettera - conclude il documento papale -. Perché un
essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il
peggior pericolo per sé stesso".
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