"Buona notizia" secondo il presidente
di Legambiente, Stefano Ciafani, "quella del raggiungimento
dell'accordo provvisorio dalla presidenza del Consiglio e dai
rappresentanti del Parlamento europeo" su standard rafforzati di
qualità dell'aria a livello europeo per il 2030.
Un'emergenza "cronica per l'Italia - prosegue Legambiente -
che secondo gli ultimi dati dell'Agenzia Europea per l'Ambiente
è tra i primi paesi in Europa per morti attribuibili
all'inquinamento atmosferico con circa 47mila decessi prematuri
all'anno dovute al PM2.5 su un totale di 253.000 morti nei 27
Paesi membri. E che fotografa il nostro report 'Mal Aria di
città 2024' redatto nell'ambito della Clean Cities Campaign: nel
2023, solo il 31% dei capoluoghi di provincia italiani è in
linea con i nuovi limiti normativi previsti per il Pm10 appena
approvati dall'Ue e che entreranno in vigore nel 2030,
percentuale che scende addirittura al 16% per quanto riguarda il
Pm2.5. Al Governo ed alle regioni - continua Ciafani - chiediamo
di colmare i ritardi e superare la fase di stallo in cui ci
troviamo da troppi anni e un impegno deciso, non più
rimandabile, per tutelare la salute delle persone, evitando
deroghe e clausole che possano giustificare ritardi nel
raggiungimento degli obiettivi".
Per una riduzione delle concentrazioni di smog servono misure
strutturali ed integrate, spiega la ong indicando un
ripensamento della mobilità urbana; un investimento massiccio
nel trasporto pubblico locale, nell'aumento delle ciclabili e
nell'elettrificazione di tutti i veicoli; un ripensamento del
riscaldamento domestico, dell'industria, dell'agricoltura e la
zootecnia.
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