Disponibilità d'acqua al Nord (pur
con qualche eccezione) e stress idrico man mano che si scende
verso Sud (finora concentrato soprattutto in Centro Italia) con
apice nelle isole. E' l'immagine di "una quasi dimenticata
normalità estiva, anticipata però di ben sei mesi", disegnata
dal settimanale report dell'Osservatorio Anbi sulle risorse
idriche.
"L'Italia si è nuovamente rovesciata - commenta Francesco
Vincenzi, presidente dell'Associazione nazionale dei consorzi di
gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue - ma i 6
mesi d'anticipo climatico fanno temere soprattutto per il futuro
dell'agricoltura meridionale. Non è certo normale parlare di
rischio siccità a gennaio, così come va evidenziato che le
risorse idriche, anche dove sono superiori all'anno scorso,
permangono spesso al di sotto delle medie storiche. Questo -
spiega Vincenzi - è conseguenza di un andamento pluviometrico
disomogeneo e che finora sta portando anche poca neve".
Secondo il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano,
"quanto si sta registrando nell'Italia centrale dimostra
l'importanza di realizzare nuovi invasi che, di fronte
all'irregolarità dei fenomeni atmosferici, aumenterebbero la
possibilità di trattenere acqua piovana sul territorio,
garantendo maggiore sicurezza idrica".
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