A inizio anno è già crisi idrica in
Sardegna e Sicilia. Lo afferma l'Anbi (Associazione nazionale
Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue)
che definisce l'Italia un "laboratorio climatico europeo" e
indica la necessità di "infrastrutture per dare stabilità
idraulica al paese".
Più in dettaglio, in Sardegna, spiega l'associazione, gli
invasi sono a un livello d'emergenza rossa nei comprensori di
Sardegna Nord Occidentale, Alto Cixerri, Posada ed Ogliastra; a
causa della scarsità di piogge e del caldo anomalo, la richiesta
d'acqua è stata superiore al consueto e ha comportato, nel solo
mese di dicembre, una riduzione di oltre 14 milioni di metri
cubi negli invasi, dove attualmente mancano circa 380 milioni
rispetto alla media degli anni recenti.
Non va meglio in Sicilia, dove la crisi idrica, certificata
dalla Regione, ha già comportato il razionamento dell'acqua in
39 comuni nell'area di Palermo, Agrigento e Caltanissetta; prima
dell'ondata di maltempo dei giorni scorsi, si erano avuti 3 mesi
di siccità estrema con piogge pressoché assenti e temperature,
che hanno superato ogni record: ora mancano circa 54,5 milioni
di metri cubi sulle medie più recenti.
Lungo lo Stivale, ricorda l'Anbi citando tra gli altri i dati
del Cnr, l'anno scorso ci sono state 31 vittime e 11 miliardi di
danni per eventi atmosferici di particolare violenza, nello
scorso autunno meteorologico (settembre-novembre) si sono
registrate temperature mediamente superiori di 2,09 gradi al
decennio precedente e dicembre 2023 è stato il terzo più caldo
in assoluto con un'anomalia media di +1,87 gradi.
"Le abbondanti riserve idriche ancora trattenute nei laghi e
negli invasi artificiali rappresentano una preziosa cassaforte
per i mesi a venire, confermando il bisogno di un piano
nazionale per nuove infrastrutture idrauliche con funzioni
calmieratrici tra i periodi di troppa e di scarsa disponibilità
d'acqua sui territori" commenta Francesco Vincenzi, presidente
dell'Anbi.
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