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Rete clima, 'il 90% delle aziende sostiene le foreste'

Rete clima, 'il 90% delle aziende sostiene le foreste'

'Utili per tutelare la biodiversità e contro il global warming'

ROMA, 10 gennaio 2024, 16:09

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Creare nuove foreste per tutelare la biodiversità e per contrastare il cambiamento climatico è, secondo 9 aziende italiane su 10, una strategia vincente. Il 64% delle aziende ritiene inoltre necessaria una gestione forestale più attiva rispetto a quella attuale e il 78% afferma che la tutela della biodiversità aiuta a contrastare il cambiamento climatico e che mitigare gli effetti della crisi può apportare benefici alla biodiversità stessa.
    È quanto emerge dal primo Studio sulla Biodiversità Forestale realizzato da Rete Clima, impresa sociale che dal 2011 accompagna le aziende verso percorsi Esg e decarbonizzazione, sulla percezione delle aziende su biodiversità e foreste e sull'importanza del capitale naturale.
    Lo studio mostra una percezione disomogenea dello stato del patrimonio forestale nazionale: nonostante la superficie forestale in Italia sia aumentata negli ultimi 30 anni e copra circa il 40% della superficie nazionale, per il 32% degli intervistati è invece diminuita, e per un 20% è stata invece "drasticamente" ridotta. È urgente quindi lavorare sulla sensibilizzazione.
    Il 62% del campione rilancia sulla necessità di gestire in modo attivo e sostenibile le foreste. Per quanto riguarda le foreste urbane, il 30% degli intervistati ne ritiene importante la conservazione, il ripristino e la tutela, il 24% ne riconosce l'importanza per la salute ambientale e per il contrasto all'inquinamento e il 14% il ruolo nella difesa della biodiversità. Solamente il 2% considera gli incendi boschivi un tema di considerevole peso mentre nessuno degli intervistati ritiene che il verde urbano possa avere un valore economico.
    Eppure i servizi ecosistemici, ovvero i benefici multipli forniti dalle foreste al genere umano, su tutto il territorio nazionale hanno un valore annuale complessivo che si stima arrivi a superare i 220 miliardi di euro, secondo il Rapporto Capitale Naturale del Mase.
   

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