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Il 60% dei rifugiati è nei Paesi più vulnerabili al clima

Il 60% dei rifugiati è nei Paesi più vulnerabili al clima

Legambiente-Unchr, nel 2022 32 milioni di sfollati per disastri

ROMA, 06 dicembre 2023, 14:33

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/© UNICEF/UN0834339/Le Du

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Sono oltre 114 milioni le persone costrette alla fuga da guerre e violenze a livello globale e quasi il 60% di loro si trova nei Paesi più vulnerabili all'impatto dei cambiamenti climatici, come Siria, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Afghanistan e Myanmar. A ricordarlo sono Legambiente e Unchr, l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati, nel nuovo report "Un'umanità in fuga: gli effetti della crisi climatica sulle migrazioni forzate", in vista della giornata mondiale dei diritti umani del 10 dicembre.
    In base alle stime dell'Internal Displacement Monitoring Centre (Idmc), solo nel 2022 si è assistito a oltre 32 milioni di nuovi sfollati a causa di disastri, il 98% dei quali legati ad eventi atmosferici come inondazioni, tempeste e siccità.
    Nell'ultimo decennio, dal 2013 al 2022, i rischi legati alle condizioni meteorologiche hanno provocato nei paesi più vulnerabili una media di 5,7 milioni di sfollati all'anno, oltre il 25% di tutti gli sfollamenti dovuti a catastrofi legate ad eventi meteorologici.
    Se la crisi climatica procede con questo passo, secondo il rapporto "Groundswell" della World Bank (2021), entro il 2050 almeno 216 milioni di persone saranno costrette a migrare a causa delle conseguenze del cambiamento climatico. Il numero più alto riguarderà l'Africa sub-sahariana: 86 milioni di persone, pari al 4,2% della popolazione totale; 49 milioni in Asia orientale e nell'area del Pacifico, 40 milioni in Asia meridionale.
    In Africa settentrionale si prevede che ci sarà la più alta percentuale di migranti climatici, 19 milioni di persone, pari al 9% della sua popolazione, a causa principalmente della riduzione delle risorse idriche.
   

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