L'energia da fusione nuclere "è il
futuro" e "potrebbe essere davvero la fine del gas e del
petrolio", secondo l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio
Descalzi, che nel corso di un forum ANSA Incontra racconta il
piano che potrebbe portare al primo reattore industriale tra
otto anni, dopo il test di un primo pilota. Questo è in
costruzione a Boston, è una piccola centrale 4 metri per 4 e la
fine dei lavori è prevista per il 2025. "Se tutto funziona,
dovremo provare il funzionamento fino all'erogazione di energia
e nel 2030 arriveremo alla prima realizzazione industriale",
dice Descalzi. "Se lo vogliamo domani, non c'è - osserva - ma
c'è un programma".
Dal 2015 l'Eni sta lavorando alla fusione a contenimento
magnetico che, afferma Descalzi, "non è la fissione, non è il
nucleare che utilizza materiale radioattivo ma è un innesco
completamente diverso. In questo caso c'è una fusione di isotopi
di idrogeno dove l'elemento di base è l'acqua, acqua pesante, ma
anche acqua di mare" che produce un plasma con un calore 100
volte superiore a quello del sole e lo stesso processo che
avviene nelle stelle. Sono "azioni pulite e non pericolose",
assicura Decalzi.
L'accelerazione è arrivato dopo una scoperta della società
Cfs, Commonwealth fusion systems, di cui Eni è il primo
azionista, spiega l'ad dell'Eni "che l'anno scorso ha fatto un
grande passo avanti perché è riuscita a creare dei magneti, dei
superconduttori che contengono il plasma".
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