"Tra il 2019 ed il 2020 in Italia si
sono cementificati 767 ettari all'interno di aree a pericolosità
idraulica media e 285 in quelle a pericolosità da frana,
incrementando notevolmente il pericolo idrogeologico in un
Paese, dove già il 16,6% del territorio è mappato nelle classi
a maggiore rischio, coinvolgendo la vita di circa 3 milioni di
nuclei familiari. Di fronte a questi dati ed alle conseguenze
dei cambiamenti climatici, ribadiamo la necessità di approvare
urgentemente la legge contro il consumo indiscriminato di suolo,
che giace nei meandri parlamentari dal 2013, al tempo del
Governo Monti". A sottolinearlo è Francesco Vincenzi, Presidente
dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di bacino (ANBI),
commentando le alluvioni in Germania.
"Attraverso il nostro Osservatorio sulle Risorse Idriche
stiamo documentando settimanalmente l'inaridimento di ampie zone
del territorio italiano, vale a dire l'altra faccia di uno
stesso fenomeno: l'estremizzazione degli eventi atmosferici -
aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI - E'
pertanto indispensabile avviare un piano straordinario di
manutenzione del territorio, adeguando la rete idraulica alla
mutata fenomenologia meteorologica, per evitare di vivere sei
mesi con il rischio alluvioni ed altrettanti con il rischio
siccità. Con questo obbiettivo ANBI ha proposto l'inserimento di
858 progetti cantierabili nel Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza. L'investimento richiesto è di circa 4 miliardi e 339
milioni, capaci di attivare oltre 21.000 posti di lavoro".
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