di Stefano Secondino
La pandemia ci lascerà in eredità
città più ciclabili. E' questo il bilancio che fa la Fiab
(Federazione italiana ambiente e bicicletta), la rete delle
associazioni ciclistiche italiane, alla vigilia della Giornata
Mondiale della Bicicletta, il 3 giugno, istituita dall'Onu nel
2018. E il Governo, dopo il programma sperimentale 'bonus
mobilita' da 200 milioni lanciato nel 2020, ribadisce il suo
impegno verso il simbolo della mobilità sostenibile, con una
nuova edizione del bonus (180 milioni) nei comuni multati per
l'aria 'cattiva e con l'impiego previsto dal Pnrr di 600
milioni per realizzare 570 km di piste ciclabili urbane e 1250
km di piste ciclabili turistiche. Ulteriori incentivi pari a 180
milioni di euro sono previsti per il periodo 2021-2024 sotto
forma di bonus mobilità per chi, in alcune aree, rottama un auto
o un ciclomotore in cambio di abbonamenti al trasporto pubblico
e di biciclette. Il decreto attuativo è all'esame delle
amministrazioni statali concertanti, si prevede entro l'anno
l'avvio degli incentivi
La pandemia in Italia ha spinto la bici in tre modi. Più
gente ha cominciato a pedalare per evitare i mezzi pubblici a
rischio infezione, e ha finito per scoprire che è un sistema
comodo e rapido per spostarsi in città. I governi Conte e
Draghi, spinti dal vento ambientalista, hanno destinato una
bella fetta di ristori alle ciclabili e al bonus bici (oltre un
miliardo e mezzo di euro). E il parlamento ha cavalcato l'onda,
approvando una serie di leggi a favore delle biciclette, già
comuni nel resto d'Europa e attese da anni in Italia.
"Finito il primo lockdown, a maggio del 2020, abbiamo visto
le file di gente a comprare biciclette o a farle riparare -
racconta Alessandro Tursi, presidente della Fiab -. I comuni
hanno cominciato a fare le ciclabili "popup", con pochi soldi e
una riga di vernice sull'asfalto. Poi in parlamento sono state
introdotte modifiche al Codice della Strada chieste da anni: la
"casa avanzata" ai semafori (una linea di arresto per le bici
più avanti rispetto alle auto, n.d.r.), le corsie ciclabili con
la linea tratteggiata, il doppio senso ciclabile nelle strade a
senso unico, le strade urbane ciclabili (con limite di velocità
per le auto a 30 all'ora), la strada scolastica. Leggi che ci
hanno fatto recuperare 20 anni di ritardo normativo".
Nel frattempo, il governo ha cominciato a stanziare soldi per
la mobilità "dolce": 123 milioni ai comuni per le piste, 315
milioni per il bonus bici. Poi quest'anno sono arrivati i 600
milioni del Pnrr per la ciclabilità, che si vanno ad aggiungere
ai 250 milioni già stanziati per le ciclovie nazionali e ai 150
milioni dell'ultima finanziaria per le ciclabili urbane. "C'è
stato un cambio di passo - commenta Tursi -. La bici ora è
costantemente nell'agenda politica di governo e comuni".
Secondo la Fiab, nell'ultimo anno c'è stato in media un
aumento del 30% degli spostamenti in bici nelle città, sono
state acquistate 2 milioni di 2 ruote, e c'è stato un boom delle
elettriche (che evitano sudore e fatica) e delle pieghevoli (che
si portano in bus e treno come una valigia). "La bicicletta, in
particolare l'elettrica, comincia a diventare alternativa alla
seconda auto - commenta Tursi -. E il nuovo trend ora è la
cargo-bike: il mezzo a pedalata assistita che può portare fino a
80-100 chili di merce ed evita di riempire le nostre città di
furgoni a motore".
Ma anche quest'anno non sono state tutte rose e fiori per le
bici in città. Ne sa qualcosa Enrico Stefàno, presidente della
Commissione mobilità del Comune di Roma, politico Cinquestelle e
ispiratore delle nuove ciclabili realizzate dalla giunta Raggi.
Per ogni cantiere ha dovuto fronteggiare comitati di cittadini e
commercianti inferociti, che non volevano cedere neppure un
metro di carreggiata automobilistica e di parcheggi (spesso
selvaggi).
"C'è una protesta a priori contro qualsiasi cambiamento -
racconta - e poi da 60 anni la città è stata completamente
dedicata alle auto. La gente ormai dà per scontato il parcheggio
in seconda fila. I commercianti pensano che la pista danneggi
gli affari, quando invece è il contrario. La ciclabile è
democrazia degli spazi, mette in sicurezza ciclisti e pedoni".
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