Sostenibilità, attraverso un green
act che si concretizza in 100 milioni di alberi da piantare in
cinque anni e 5 miliardi di euro da investire in mobilità,
efficienza energetica, economia circolare, attraverso il lancio
di un brand Italia e una politica di sgravi fiscali per i
territori che vivono di turismo. Trasformazione digitale, con
l'accelerazione del completamento della banda larga purtroppo in
ritardo. Contrasto alla povertà, tramite interventi sulle
periferie, operazioni di ricucitura materiale e sociale del
tessuto urbano. Sono queste, nel solco delle direttrici di
sviluppo indicate dalla Commissione europea, le richieste dei
sindaci alla prima riunione del Ciae, Comitato interministeriale
affari europei, sul recovery fund.
"I Comuni possono essere alleati fondamentali del governo
nella gigantesca opera di rilancio che le risorse straordinarie
del recovery fund consentono - dichiara il presidente dell'Anci,
Antonio Decaro -. Un'opera gigantesca per la quale possiamo e
vogliamo fare la nostra parte".
Decaro ha ribadito al presidente Conte e all'intero governo
che gli amministratori locali sono assolutamente in grado di
farlo. "Lo dimostra il volume di investimenti pubblici che sono
partiti dai Comuni e dalle Città metropolitane: il 24,4 per
cento nel 2019, un quarto del totale. Inoltre è propria di noi
sindaci la capacità di affrontare quotidianamente le criticità
che investono le vite dei cittadini. In particolare in questo
periodo abbiamo dato prova di saper tenere il passo
dell'emergenza: solo chi conosce e interpreta le esigenze, i
bisogni e le speranze quotidiane di 60 milioni di persone può
contribuire alla rinascita di un intero Paese". Insomma, i
sindaci sono pronti a fare la loro parte.
"Il recovery fund - aggiunge il presidente Anci - è un
esempio di cosa vuol dire per noi Europa: una comunità di Paesi.
Ma è anche una grande occasione. Al di là dei progetti e delle
buone idee, se non si vuole sprecarla occorre che il governo
acceleri davvero l'iter burocratico per l'erogazione dei
finanziamenti. A volte tra il via libera e l'arrivo delle
risorse nelle nostre casse trascorrono mesi, anche un anno.
Tempo perso in una serie di passaggi tra decreti ministeriali e
programmazione delle Regioni. Bisogna assolutamente evitare
succeda anche questa volta. In piccolo, certo, ma in questi mesi
abbiamo dimostrato che si può fare. Con le risorse per
l'emergenza alimentare o quelle per i centri estivi, stanziati,
destinati e immediatamente arrivati all'obiettivo. Spendere
presto e bene non è impossibile".
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