Un corteo funebre per la Sardegna
del futuro che rischia di morire. Una bara con i quattro mori
portata in giro per la città. Così Fridays for future ha voluto
protestare a Cagliari nella giornata dello sciopero per il clima
che sta coinvolgendo trentacinque città italiane.
Un esempio: secondo le stime di Fff l'aumento della
temperatura provocherà nel 2100, con l'innalzamento del livello
del mare, la scomparsa di gran parte del Golfo di Cagliari e
della spiaggia del Poetto. Chi nasce ora, quando avrà
settant'anni, nel 2090, vivrà una vita impossibile per colpa
dell'alta temperatura. Un destino terribile, denunciano gli
organizzatori della protesta cagliaritana, che però può essere
bloccato rinunciando ai combustibili fossili e rispettando il
pianeta. È il messaggio nella manifestazione partita nel
pomeriggio dal palazzo della Regione di viale Trento per poi
attraversare il Corso Vittorio Emanuele, il Largo Carlo Felice e
via Roma.
I partecipanti hanno portato a spalla una bara nera. Accanto
una lapide 'cartacea' con la scritta: "Sardegna defunta nel 2050
a causa dell'utilizzo dei combustibili fossili, ne danno il
triste annuncio i sostenitori e le sostenitrici di Fridays for
future". La giornata di protesta è cominciata di mattina con lo
sciopero di molti studenti che hanno disertato le lezioni.
"Siamo qui - ha spiegato durante il corteo del pomeriggio
Ivano Peddis, attivista di Fff - perché la Sardegna è condannata
a morte. Noi siamo contrari al piano di metanizzazione della
Regione e ai rigassificatori. Ma quello che succede qui è anche
quello che succede a livello nazionale"
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