Oltre la metà delle specie di squali
e razze presenti nel Mediterraneo sono a rischio: si tratta
della percentuale più alta rispetto al resto degli oceani. A
lanciare l'allarme il Wwf in occasione dello Shark Awareness Day
che ricorre oggi. L'associazione sottolinea come, in un
Mediterraneo surriscaldato, popolazioni sane di squali e razze
svolgano anche un ruolo 'insospettabile' e importante nel
mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici, aumentando con la
loro presenza e attività il sequestro del carbonio e supportando
la biodiversità marina. Si stima, spiega
Giulia Prato, responsabile Mare del Wwf Italia, che la cattura
degli squali impedisca di 'stoccare' negli oceani fino a 5
milioni di tonnellate di carbonio. "Popolazioni sane di squali
e razze possono quindi contribuire, come accade anche per le
grandi balene, al fondamentale ciclo del carbonio 'blu' del
nostro oceano e contribuire a mitigare l'impatto del cambiamento
climatico".
A tutela di questi animali diverse azioni tra le quali i
progetti in collaborazione con alcune comunità di pescatori come
quella di Monopoli in Puglia, visto che l'Adriatico meridionale
è un'area fondamentale per le verdesche, poiché qui passano gran
parte dell'estate e dell'autunno. Inoltre, diverse strategie di
mitigazione delle catture accidentali verranno ulteriormente
testati e approfonditi nel corso del 2023 e 2024, a Monopoli e
anche con i pescatori liguri.
Il Wwf chiede alle istituzioni italiane di sviluppare un
Piano d'Azione Nazionale (NPOA) per la salvaguardia e gestione
di squali e razze, attraverso l'istituzione di un tavolo
interministeriale di coordinamento e in consultazione con gli
esperti della comunità scientifica, i pescatori e le
organizzazioni della società civile
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