La pandemia e la guerra hanno rimesso
al primo posto, nella classifica dei rischi globali più
immediati, il caro-vita, le crisi energetiche e alimentari, con
ripercussioni che da qui a due anni potrebbero portare
recessioni e crisi del debito. Allo stesso tempo queste crisi,
in un clima di "guerra geo-economica" e disinformazione,
potrebbero "minacciare gli sforzi per affrontare i rischi di
lungo termine in particolare quelli legati al cambiamento
climatico, alla biodiversità e all'investimento in capitale
umano".
E' la fotografia scattata dal Global Risk Report 2023,
un'indagine fra 1.200 esperti del rischio, esponenti delle
autorità e leader aziendali realizzata dal Forum economico
mondiale con Marsh McLennan e Zurich Insurance Group. Carolina
Klint, Risk Management Leader per l'Europa di Marsh, ha spiegato
in una conferenza stampa organizzata dal Wef in vista dei
meeting di Davos che "la lista delle preoccupazioni delle
aziende cresce sempre di più" con un ricorso crescente a
strategie di "friend-shoring, near-shoring e accumulazione di
scorte" e che l'urgenza maggiore appare "ricostruire fiducia".
Per John Scott, capo dei rischi di sostenibilità di Zurich, sul
fronte del clima "c'è un divario fra le azioni necessarie e ciò
che è politicamente fattibile. Il rischio è andare verso una
transizione climatica caotica".
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