(di Andrea Doi e Claudia Tomatis)
Greta Thunberg non c'è a Torino,
saluta in collegamento web, "contenta che le persone possano
nuovamente ritrovarsi". Il secondo meeting europeo di Fridays
for Future (Fff) però vive dell'impegno delle centinaia di
giovani che si sono ritrovati per il primo dei cinque giorni nel
capoluogo piemontese. Quasi a suggerire che il movimento capace
di portare in piazza ormai milioni di persone in tutto il mondo
contro la crisi climatica le sia grato, ma abbia sempre meno
bisogno di lei. O almeno, che una pausa le sia concessa.
Gli attivisti intanto rilanciano subito per l'autunno, con
una nuova iniziativa: "Il 23 di settembre ci sarà il Global
Strike dei Fridays, lo sciopero generale per il clima, e sarà un
momento importantissimo al quale - spiegano - ci dobbiamo
preparare con impegno, cercando di immaginare un futuro
alternativo". E non mancano di sottolineare come l'appuntamento
cadrà due giorni prima delle elezioni politiche in Italia,
previste il 25 settembre. "Si andrà a costruire - dicono del
voto - la direzione che ci dovrà guidare per i prossimi cinque
anni ed è un evento di portata storica. Dobbiamo chiedere a chi
ha il potere di prendersi le proprie responsabilità. Dall'altra
tutti quanti noi, come società civile, come movimenti, dobbiamo
cercare di stimolare un cambiamento anche negli stili di vita".
L'importanza del movimento Friday for Future come punto di
riferimento per cambiare le sorti del Pianeta, nello stesso
giorno ha visto un'altra occasione per mostrarsi nella sua
concretezza, con un appello che viene dal Cnr: serve l'impegno
di tutti e in particolare dei giovani per ridurre subito le
emissioni contro il cambiamento climatico, che sta minacciando
gli orsi polari con ondate di caldo anomalo. È arrivato da Marco
Casula, tecnico dell'Istituto di scienze polari del Consiglio
nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) di Venezia e station leader
della base artica Dirigibile Italia del Cnr, attualmente a
Ny-Alesund, centro internazionale di ricerca nelle Isole
Svalbard a circa mille chilometri dal Polo Nord. "È soprattutto
da loro, dalle nuove generazioni - dice parlando di Fff - che
attendiamo l'impegno e l'energia per guardare con fiducia al
nostro futuro".
Giovani pronti a tracciare nuove strade per cambiare. "Tema
centrale per noi - evidenziano in apertura del meeting - è
quello della decolonizzazione, un tema di cui spesso si parla,
ma altrettanto spesso non si prendono le proprie responsabilità.
È chiaro - aggiungono - che i Paesi occidentali debbano
prendersi una responsabilità storica, riuscendo quindi a dare
sempre più spazio a tutte e a tutti le attiviste che in giro per
il mondo si battono e rischiano tantissimo per smascherare
contraddizioni che ci travolgono". Una delle più grandi
delusioni della Cop26 (la Conferenza annuale delle Nazioni unite
sul cambiamento climatico dello scorso novembre), spiegano
chiaro, è stata proprio "tutta la battaglia rispetto ai fondi da
mettere a disposizione dei Paesi in difficoltà e impoveriti.
Si sono presi anche uno spazio di ritrovo, il Climate Social
Camp, nel parco cittadino della Colletta, che si alternerà al
campus Einaudi per conferenze, laboratori e azioni dimostrative.
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