(ANSA) - CINIGIANO (GROSSETO), 27 OTT - L'85% della
produzione del Montecucco è certificato bio e il 2% è in
conversione. Lo rileva un'analisi condotta dal consorzio della
denominazione amiatina, che si estende su sette comuni del
territorio Grossetano, su un campione di 30 cantine socie.
Percentuali altissime, spiega una nota, che confermano i dati
del 2020 registrati e condivisi da Artea (Agenzia regionale
Toscana erogazioni agricoltura), che posizionavano il Montecucco
sul podio delle Docg toscane con ben l'82% di Sangiovese Docg
biocertificato sul totale della produzione (hl/vino).
"Il lavoro 'pulito' in vigna e in cantina è proprio nel Dna
di questo territorio - sottolinea Giovan Battista Basile, alla
guida del Consorzio e primo produttore a dare il buon esempio
sulla via della sostenibilità ambientale -. I risultati di
questa indagine, che ci ha impegnato molto negli ultimi mesi, ci
porta non solo ad avere un riconoscimento di territorio
ecosostenibile, ma ci incentiva a fare sempre meglio,
considerato anche il numero di aziende attualmente in
conversione: l'obiettivo è avere il 100% di produzione
biologica. Il nostro territorio è naturalmente vocato alla
sostenibilità, e siamo certi di poter ottenere risultati ancora
migliori di questi". "Il mio impegno come azienda - aggiunge
Basile - parte naturalmente dalle buone pratiche agronomiche,
come la lotta biologica e l'utilizzo di prodotti naturali per
favorire una maggior resistenza della vite, come l'utilizzo di
un'alga della costa atlantica del Canada dalle proprietà
benefiche, agli impianti fotovoltaici in cantina e alla
bioedilizia". (ANSA).
