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Energia: l'olio da cucina che diventa bio-carburante

Energia: l'olio da cucina che diventa bio-carburante

Eni-Hera, nel 2019 raccolte 930 tonnellate. Quest'anno +20%

ROMA, 10 marzo 2020, 16:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'olio che usiamo in cucina spesso finisce nel lavandino intasando i sistemi di scarico e quando poi si riversa in mare rischia di alterare l'ecosistema formando un velo che impedisce ai raggi solari di penetrare. Un rifiuto e un danno che però possono essere trasformati in energia. L'Eni ed Hera, la multiutility con sede a Bologna, hanno stretto un accordo, già nel novembre del 2018, per trasformare lo scarto in biocarburante. Un'iniziativa sotto il segno dell'economia circolare che quest'anno si amplierà ancora. Già nel 2019 Hera ha raccolto 930 tonnellate di oli vegetali "esausti", questo il termine tecnico, attraverso circa 750 contenitori piazzati su strada e altri 120 nei centri di raccolta. Il tutto viene poi portato alla bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, che lo converte in Hvo (olio vegetale idrogenato), componente per il biodiesel. Vengono così alimentati oltre una trentina di mezzi aziendali Hera impiegati proprio nella raccolta dei rifiuti urbani. Ed ecco che il cerchio si chiude.
    "Contiamo di estendere il progetto anche nelle Marche e nel Nord-Est attraverso le controllate del Gruppo Hera", dice il direttore servizi ambientali di Hera, Antonio Dondi. Si valicano così i confini dell'Emilia Romagna. "Già quest'anno puntiamo a raggiungere - rivela - l'obiettivo di 1.200 tonnellate di olio vegetale raccolto, con un incremento del 20% sul 2019. Il mantra è :"non una goccia di olio deve essere sprecata". Perché, spiega Dondi, possono essere riciclati "tutti gli oli che vengono utilizzati in cucina, da quelli di oliva a quelli di semi di ogni natura vanno bene, sia quelli usati per la cottura o per la frittura, sia quelli degli alimenti in scatola per la conservazione del contenuto, come il tonno sott'olio". Per il cittadino l'operazione è "abbastanza semplice", tiene a sottolineare il dirigente di Hera: si tratta di "mettere l'olio in una bottiglia di plastica, che a sua volta sarà recuperata, e poi conferirla in appositi contenitori stradali, che hanno un foro delle dimensioni di una bottiglia". Almeno su questo, sulla propensione 'green' della popolazione, "non penso - riflette Dondi - che l'emergenza Coronavirus possa avere effetti sugli atteggiamenti dei cittadini, la sensibilità sui temi ambientali è ormai molto diffusa". Sempre a proposito di olio, in diverse sedi, Eni ha consegnato ai suoi dipendenti una tanichetta che si porta a casa e quando è piena si svuota in raccoglitori ad hoc installati fuori dagli uffici.
   

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