"La plastica danneggia direttamente
ciascuno degli 8,1 miliardi di abitanti di questo fragile
pianeta, ma i nostri leader hanno scelto, nei fatti, di
considerare le aziende petrolchimiche come gli unici portatori
d'interesse degni di ascolto". Lo ha dichiarato in una nota
Graham Forbes, capo delegazione di Greenpeace alla terza
sessione dei negoziati per un Trattato globale sulla plastica,
che si sono tenuti nella sede del Programma delle Nazioni Unite
per l'Ambiente a Nairobi, dal 13 al 19 novembre. I negoziati
riprenderanno in Canada ad aprile del 2024, e dovranno
concludersi entro la fine dell'anno prossimo.
"Se vogliamo proteggere il nostro clima, la nostra
biodiversità e la nostra salute, dobbiamo ridurre la produzione
di plastica almeno del 75% entro il 2040 - ha proseguito Forbes
-: questo è indiscutibile, ma oltre la metà del tempo a
disposizione per i negoziati è già trascorsa, e stiamo
procedendo verso il fallimento. I governi stanno permettendo
agli interessi legati ai combustibili fossili di guidare i
negoziati verso un trattato che, senza alcun dubbio, aggraverà
la crisi climatica e accelererà un cambiamento climatico
incontrollato".
"Dobbiamo trovare una soluzione, senza consentire ai
produttori di petrolio e gas di dettare i termini della nostra
sopravvivenza -, prosegue Forbes -. Abbiamo un anno per
invertire questa tendenza e assicurarci di celebrare il nostro
successo collettivo, anziché condannarci a un futuro oscuro e
pericoloso. Questo fallimento deve essere un campanello
d'allarme per i governi che rappresentano miliardi di persone
colpite dall'inquinamento da plastica in tutto il mondo. Quando
i negoziati riprenderanno in Canada ad aprile 2024, i nostri
leader dovranno essere pronti a dimostrare un livello di
coraggio e leadership che non abbiamo ancora visto".
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