Nel 2023 per quasi due aziende
italiane su tre (62%) gli investimenti in economia circolare
hanno portato a un maggiore ritorno economico, un deciso
progresso rispetto al 41% dell'anno scorso. Ma per quasi la metà
delle imprese (47%) la mancanza di competenze è il principale
ostacolo, un dato in crescita ripetto al 36% del 2022 e per il
41% delle aziende la normativa è ancora troppo complicata (nel
2022 lo dichiarava il 16%), a maggior ragione sui temi della
circolarità. La tecnologia non sembra invece essere un problema:
ne lamenta la mancanza solo il 12% del campione.
E' quanto emerge dal secondo Osservatorio CleanTech dal titolo
"Sostenibilità ambientale, economia circolare ed efficienza
energetica nelle Pmi e nelle grandi imprese" presentato da
Circularity, pmi attiva nell'ambito della sostenibilità e
dell'economia circolare, e realizzato in collaborazione con
Innovatec, azienda del 'cleantech' (tecnologia pulita) e quotata
in Borsa.
Il 50% del campione di 450 aziende intervistate (da 10 a
oltre 250 dipendenti) ha dichiarato di "aver migliorato la
propria reputazione e il 33% ha aggiunto di aver ottenuto anche
un vantaggio competitivo". Quasi la metà delle imprese, il 44%,
intende investire ancora di più in progetti di sostenibilità nei
prossimi anni, mentre il 37% investirà di più in progetti di
economia circolare.
La seconda edizione della ricerca - condotta da Eumetra per
conto di Innovatec e Circularity - ha confermato che sempre più
aziende italiane e il loro management conoscono le applicazioni
dell'economia circolare e si dimostrano molto sensibili al
riguardo.
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