Per un settore 'energy intensive'
come quello del vetro, il 2022 è stato "un anno complesso
condizionato fortemente da caro energia, inflazione, coda lunga
della pandemia, prezzo del rottame di vetro che è salito di
oltre 10 volte nell'ultimo anno e sta spingendo le vetrerie al
ritorno alle materie prime vergini. Nonostante questi fattori
negativi, la produzione del vetro cavo è restata di segno
positivo (+1,5% rispetto al 2021), aiutata dal successo dei
prodotti del made in Italy, mentre quella del vetro piano
colpita dalla crisi dell'auto (-9,7% le immatricolazioni
rispetto al 2021) e nonostante il boom delle ristrutturazioni
edilizie ha registrato un -3%.
E' quanto emerso dall'assemblea annuale di Assovetro,
l'associazione degli industriali del vetro aderente a
Confindustria, che ha esaminato le emergenze attuali e le sfide
che pone il futuro per una industria "strategica per l'economia
del Paese che conta 68 aziende, 102 siti produttivi, oltre 6.600
occupati diretti ed è la seconda manifattura europea, la prima
per i contenitori".
In attesa di una politica energetica europea e di interventi
strutturali sui prezzi dell'energia, rileva Assovetro, "le
misure per mantenere la competitività del settore vetro passano
dall'estensione del meccanismo dei Crediti di imposta che
possono aiutare, in questa fase recessiva, anche il cammino
verso la decarbonizzazione, all'avvio di interventi quali la gas
release e l'electricity release per il sostegno alla
realizzazione di impianti rinnovabili da parte dei consumatori
industriali".
"Nonostante un anno particolarmente difficile - ha dichiarato
Marco Ravasi, presidente di Assovetro - l'impegno dell'industria
del vetro continua a concentrarsi nel potenziamento della catena
dell'economia circolare, oggi purtroppo messa a rischio dal
costo insostenibile del rottame e nella sfida della
decarbonizzazione. Molte aziende hanno annunciato piani di
riduzione sostanziale delle emissioni già al 2030, cui dovranno
corrispondere, massicci investimenti in tecnologie".
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