(ANSA) - BRUXELLES, 06 GIU - L'industria manifattura europea
chiede tempi e modi realistici per accelerare la transizione
verde, in particolare con l'attuazione dei progetti di
decarbonizzazione: L'appello arriva in una lettera congiunta
firmata da circa 300 amministratori delegati di aziende ad alta
intensità energetica, che rappresentano 400 società europee di
molti settori per un totale di 2,6 milioni di posti di lavoro,
in vista del voto mercoledì in plenaria al Parlamento europeo
sul meccanismo di adeguamento delle emissioni importate (carbon
border adjustment mechanism, cbam) e mercato delle emissioni
europeo (emissions trading scheme, ets)
Molti firmatari sono italiani, dalla Bormioli alla Arvedi, dalle
Cartiere Saci alla Confindustria Ceramica che rappresenta da
sola 86 aziende. Tra gli altri nomi noti che hanno firmato,
oltre ai big dell'acciaio europeo, anche Solvay, Villeroy &
Boch, e Repsol. Con le proposte su cbam ed ets l'industria Ue
teme la competizione dei concorrenti internazionali che non
devono confrontarsi con gli stessi obiettivi climatici. Viene
segnalato poi che le misure cosi come sono al momento
danneggiano la capacità dei settori industriali di investire in
tecnologie verdi: più aumentano i costi del carbonio nel momento
in cui servono fondi per investire nella decarbonizzazione, più
si riducono le risorse per gli investimenti green, con il
paradosso che tagliare le quote gratuite ets, anziché
accelerare, porterebbe a rallentare il taglio delle emissioni
rendendo più difficoltoso il decollo delle tecnologie verdi.
Il rischio, segnalano i 300 ceo, è che aumentino
esponenzialmente le importazioni a basso costo e con elevata
impronta carbone provenienti da fuori Ue (come India, Turchia,
Cina, etc con una crescita del 32% nel 2021 delle importazioni
di acciaio, con India e Turchia al top), cui si associano rischi
di chiusure e licenziamenti in Europa e di delocalizzazione
delle emissioni fuori Ue. (ANSA).
