(di Paolo Verdura) La lunga marcia di Eni verso l'addio al carbone ha un punto di arrivo, il 2050. Entro quella data il Cane a 6 Zampe prevede un peso dell'85% del gas sull'intera produzione del Gruppo. Una strategia di lungo periodo, mentre nell'immediato l'obiettivo è aumentare la produzione del 3,5% annuo al 2025. A quella data il Gruppo taglierà dell'80% le proprie emissioni di Co2 e al 2023 saranno installati 3 Gw di potenza in rinnovabili, che saliranno a5Gw due anni più tardi. A partire dal 2025 si assisterà a un "successivo flessibile declino principalmente della componente olio" per far prevalere definitivamente la produzione di gas.
Una strategia che "rappresenta per noi un passo fondamentale" per il Gruppo", secondo l'amministratore delegato Claudio Descalzi, che ha presentato il piano strategico agli analisti finanziari. Eni ha anche diffuso i risultati del 2019, con un utile netto rettificato in calo del 37% a 2,87%, ma con un dividendo in crescita a 0,86 euro e investimenti per 7,7 miliardi.
Il focus si è però concentrato sul piano strategico. "Abbiamo disegnato l'evoluzione di Eni nei prossimi 30 anni - ha sottolineato - coniugando gli obiettivi di continuo sviluppo in un mercato dell'energia in forte evoluzione, con una significativa riduzione dell'impronta carbonica del portafoglio".
Sul fronte della sostenibilità Eni ha in progetto la conservazione delle foreste e la cattura e lo stoccaggio della Co2 per un totale di oltre 40 milioni di tonnellate l'anno al 2050, con l'energia rinnovabile che arriverà a una potenza installata di 55 Gw al 2050. "Chi non sarà in grado di offrire prodotti sostenibili - ha commentato Descalzi - perderà clienti e non sarà in grado di crescere nel futuro".
"Il gas - ha aggiunto - sarà l'unico idrocarburo che crescerà al 2050, il suo mercato sta crescendo e questo è il motivo per cui sarà molto più resiliente del petrolio nel futuro, oltre che essere necessario per la decarbonizzazione". "Il nostro - ha chiarito - è un progetto industriale di profonda trasformazione e il Gruppo non sarà più lo stesso nei prossimi anni grazie anche all'apporto tecnologico con l'obiettivo di assicurare sempre più valore ai nostri stakeholder".
Il titolo in una giornata negativa per tutta la borsa ha chiuso con un calo. Ha lasciato sul campo il 5,10% a 11,16 euro, con l'indice Ftse Mib in calo dello 3,58%. Complici dello scivolone anche i conti di fine anno, con alcuni dati inferiori alle stime degli analisti, malgrado l'entusiasmo dello stesso Descalzi, che ha parlato di "risultati eccellenti nonostante lo scenario decisamente negativo, caratterizzato da discontinuità geopolitiche e da uno scenario prezzi certamente meno favorevole rispetto al 2018".
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