"In Italia ci sono 1 milione di
ettari di terreni non coltivati, ma catastalmente agricoli. E'
una questione che va affrontata. Dove c'è una coltivazione, si
fa l'agrivoltaico. Ma dove non c'è coltivazione, una valutazione
(sul fotovoltaico a terra, n.d.r.) va fatta". Lo ha detto il
ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto
Pichetto, intervenendo a un convegno nella sede di Confindustra
a Roma sull'"energy release", il decreto del Mase del luglio
scorso che stabilisce un prezzo calmierato dell'energia
elettrica per le imprese energivore che realizzano nuove fonti
rinnovabili.
"Scelte come quelle della Sardegna (la moratoria ai nuovi
impianti di rinnovabili, n.d.r.) non aiutano il sistema paese -
ha aggiunto Pichetto -. A 140 euro al megawattora, anche le
famiglie pagano".
Il ministro ha ricordato che al 2050 "le previsioni sono di
un raddoppio del consumo di energia". Per questo "nei prossimi
mesi presenterò una proposta di normativa per il nucleare" ed
"entro il 2025 spero che il parlamento ci consenta di avere il
quadro giuridico di norma primaria". Pichetto ha ricordato che
il nucleare potrebbe ovviare alle preoccupazioni sul consumo del
suolo e il paesaggio sollevate per le rinnovabili: "Una centrale
nucleare da 300 Megawatt occupa 5 ettari. Per produrre la stessa
quantità di elettricità, servono 2000 ettari di fotovoltaico".
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