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Legambiente, autorizzazioni troppo lente per l'agrivoltaico

Legambiente, autorizzazioni troppo lente per l'agrivoltaico

Su 897 presentate al Mase, 686 sono in ritardo

ROMA, 08 agosto 2024, 17:51

Redazione ANSA

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In Italia, su 1654 progetti di fonti rinnovabili presentati al ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, quelli di agrivoltaico sono oltre la metà, 897. Ma di questi ultimi, ben 686 registrano un forte ritardo nelle procedure autorizzative. Lo denuncia Legambiente nel corso della seconda giornata di Festambiente, il festival nazionale dell'associazione ambientalista a Rispescia (Grosseto) Fra i 668 progetti in ritardo, 77 sono stati presentati nel 2021 (di cui 23 ancora in attesa della presidenza del Consiglio dei ministri e 8 in attesa del parere del ministero della Cultura), 294 presentati nel 2022 (di cui 18 in attesa del Mic e 6 della presidenza del Consiglio) e 315 presentati nel 2023 (di cui 7 in attesa del parere del Mic e 1 della presidenza del Consiglio). Il Pnrr prevede 1,1 miliardi di euro per sostenerne lo sviluppo dell'agrivoltaico.
    "L'agrivoltaico è uno degli strumenti più innovativi che abbiamo a disposizione per realizzare in agricoltura la transizione ecologica - commenta il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani -. Dopo gli errori fatti dal governo Meloni coi decreti Agricoltura, Aree idonee e su quello appena varato per semplificare gli iter autorizzativi, che rischiano di rallentare la diffusione delle rinnovabili nel Paese, è il momento di cambiare passo. Ai ministeri dell'Ambiente e della Cultura chiediamo pareri più rapidi, alle Regioni iter autorizzativi più snelli e veloci".
    L'ombreggiatura parziale creata dai pannelli solari ha dimostrato di migliorare la resa di alcune colture, riducendo la necessità di irrigazione. Il microclima favorevole sotto i pannelli agrivoltaici può aumentare l'efficienza dei pannelli stessi, se si considera che le temperature più basse e la maggiore umidità dell'aria aiutano a mantenere i pannelli più freschi.
    In Italia, secondo le ricerche condotte dal Cnr di Firenze, la vite coltivata in sinergia con tale tecnologia ha ottenuto un aumento della resa del 10-20%, l'insalata del 10%.
   

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