In Italia, su 1654 progetti di fonti
rinnovabili presentati al ministero dell'Ambiente e della
sicurezza energetica, quelli di agrivoltaico sono oltre la metà,
897. Ma di questi ultimi, ben 686 registrano un forte ritardo
nelle procedure autorizzative. Lo denuncia Legambiente nel corso
della seconda giornata di Festambiente, il festival nazionale
dell'associazione ambientalista a Rispescia (Grosseto)
Fra i 668 progetti in ritardo, 77 sono stati presentati nel
2021 (di cui 23 ancora in attesa della presidenza del Consiglio
dei ministri e 8 in attesa del parere del ministero della
Cultura), 294 presentati nel 2022 (di cui 18 in attesa del Mic e
6 della presidenza del Consiglio) e 315 presentati nel 2023 (di
cui 7 in attesa del parere del Mic e 1 della presidenza del
Consiglio). Il Pnrr prevede 1,1 miliardi di euro per sostenerne
lo sviluppo dell'agrivoltaico.
"L'agrivoltaico è uno degli strumenti più innovativi che
abbiamo a disposizione per realizzare in agricoltura la
transizione ecologica - commenta il presidente di Legambiente,
Stefano Ciafani -. Dopo gli errori fatti dal governo Meloni coi
decreti Agricoltura, Aree idonee e su quello appena varato per
semplificare gli iter autorizzativi, che rischiano di rallentare
la diffusione delle rinnovabili nel Paese, è il momento di
cambiare passo. Ai ministeri dell'Ambiente e della Cultura
chiediamo pareri più rapidi, alle Regioni iter autorizzativi più
snelli e veloci".
L'ombreggiatura parziale creata dai pannelli solari ha
dimostrato di migliorare la resa di alcune colture, riducendo la
necessità di irrigazione. Il microclima favorevole sotto i
pannelli agrivoltaici può aumentare l'efficienza dei pannelli
stessi, se si considera che le temperature più basse e la
maggiore umidità dell'aria aiutano a mantenere i pannelli più
freschi.
In Italia, secondo le ricerche condotte dal Cnr di Firenze,
la vite coltivata in sinergia con tale tecnologia ha ottenuto un
aumento della resa del 10-20%, l'insalata del 10%.
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