Elettricità Futura ha presentato una
denuncia alla Commissione europea per sollecitare l'avvio di una
procedura di infrazione in merito alla Legge Regionale della
Regione Sardegna 5 del 2024, che istituisce una moratoria di 18
mesi alla realizzazione di nuovi impianti di produzione e
accumulo di elettricità da fonte rinnovabile.
Nella denuncia di Elettricità Futura, viene sostenuto che la
moratoria sia in insanabile contrasto con l'intero quadro
giuridico europeo in materia di produzione di energia
rinnovabile: in particolare, con il Trattato sul funzionamento
dell'Unione europea, con la Carta dei diritti fondamentali
dell'Unione europea e con la Direttiva Red. Quest'ultima prevede
l'obbligo per gli Stati membri di attuare il principio della
prevalenza dell'interesse alla realizzazione e all'esercizio di
impianti rinnovabili rispetto a interessi concorrenti, sino al
raggiungimento della neutralità climatica.
Elettricità Futura giudica positiva l'impugnazione della
moratoria sarda di fronte alla Corte Costituzionale da parte del
governo. Per il presidente dell'associazione, Agostino Re
Rebaudengo, "l'impugnazione è un segnale a tutte le Regioni,
tenute ad emanare le leggi attuative del Decreto ministeriale
Aree Idonee. Auspico che le Regioni vi leggano una chiamata alla
responsabilità e lavorino per sviluppare i nuovi impianti
rinnovabili necessari a raggiungere i target regionali fissati
dal DM Aree Idonee".
"Duole constatare - aggiunge Re Rebaudengo - che non solo la
moratoria della Sardegna, ma anche gli ultimi provvedimenti del
Governo, come il Dl Agricoltura, il Dm Aree Idonee e il Decreto
legislativo sulle rinnovabili sono in contrasto con la normativa
europea e rendono impossibile il raggiungimento del target
rinnovabili 2030. È incredibile l'ostinazione del nostro Paese
nel frenare la transizione energetica. Il nuovo quadro normativo
che si sta definendo in Italia moltiplica gli elementi di
incertezza e le occasioni in cui le Regioni e le Soprintendenze
hanno facoltà di bloccare gli impianti rinnovabili".
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