"Invitiamo i deputati di Azione,
Popolari europeisti riformatori, Renew Europe a un incontro
conoscitivo sullo straordinario lavoro che stiamo compiendo in
Italia per realizzare una filiera Made in Italy" dell'eolico
offshore. Un mondo di opportunità a partire dalle migliaia di
operatori che verranno assunti. Sono certo che queste
informazioni consentiranno ai deputati di Azione di rivedere le
loro posizioni".
Lo scrive in un comunicato il presidente di Aero,
associazione delle imprese dell'eolico offshore in Italia,
Fulvio Mamone Capria.
Ieri alcuni parlamentari di Azione, Popolari europeisti
riformatori, Renew Europe in una interrogazione al ministro
dell'Ambiente e della sicurezza energetica hanno sostenuto che
la potenza di 3,8 gigawatt di eolico offshore in 4 anni indicata
dal Pniec (il piano nazionale dell'energia) sarebbe
sproporzionata, e 20 volte superiore a quello previsto in tutto
il resto dell'Europa.
«Ci preme precisare in primis ai deputati di Azione e a tutta
la comunità - scrive Mamone Capria - che l'eolico offshore
rappresenta un'opportunità senza precedenti per il sistema
Italia, fondamentale per il raggiungimento dei target di
decarbonizzazione del nostro Paese, ma anche, e soprattutto, in
vista dell'obiettivo di rendere il Paese indipendente a livello
energetico, oltre a rappresentare un'opportunità di sviluppo
industriale e crescita economica"
"La Strategia per lo sviluppo delle energie rinnovabili
offshore della Commissione europea - ha proseguito Mamone Capria
- ha definito che gli obiettivi in tutti i bacini marittimi
dell'Ue sono pari ad almeno 60 Gw entro il 2030 e 340 Gw entro
il 2050 e che l'obiettivo al 2050 potrebbe addirittura
traguardare i 450 Gw. La Germania punta a 30.000 Mw al 2030, i
Paesi Bassi a 22.000 Mw, la Danimarca a 12.900 Mw; i più
'piccoli' Portogallo e Grecia hanno dichiarato obiettivi pari a
12.000 e 10.000 Mw rispettivamente. Dati incontrovertibili e che
dovrebbero far riflettere rispetto alle dichiarazioni ascoltate
ieri".
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