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Legambiente,contro le rinnovabili leggi vecchie e burocrazia

Legambiente,contro le rinnovabili leggi vecchie e burocrazia

Sono 81 i contenziosi Mase-Mic alla Presidenza del Consiglio

RIMINI, 29 febbraio 2024, 11:30

Redazione ANSA

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In Italia strada in salita per i grandi impianti a fonti rinnovabili, "schiacciati" da ritardi, lungaggini autorizzative, conteziosi e da una normativa troppo vecchia e inadeguata, ferma al 2010. Lo rivela il rapporto "Scacco matto alle rinnovabili", presentato a Rimini alla fiera delle rinnovabili Key.
    Il report elenca 63 casi simbolo di blocchi alle rinnovabili, 20 dell'ultimo anno. Si va da 6 amministrazioni locali tra Veneto, Umbria, Marche e Basilicata che preferiscono poli logistici e industriali a parchi eolici o fotovoltaici, alle moratorie tentate o in programma come accade in Sardegna e Abruzzo, dove è intervenuta la Corte Costituzionale.
    C'è la simil moratoria della Sovrintendenza della Basilicata, che ha posto un vincolo paesaggistico di 10 km intorno al sito del Castello di Monteserico (Potenza), con esplicita preclusione alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Ci sono poi i ricorsi al Tar tra Molise e Toscana, o i ritardi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in Puglia, o della Sovrintendenza, nel Lazio.
    Per Legambiente i principali ostacoli che rallentano le rinnovabili in Italia sono una normativa troppo vecchia (le linee guida sono ferme dal 2010), le lungaggini autorizzative e i contenziosi fra i Ministeri dell'Ambiente e della Culura portati alla Presidenza del Consiglio per essere risolti, ad oggi 81. Poi ci sono il tema delle aree idonee (manca ancora il decreto) e i tanti contenziosi di Comuni, Regioni e cittadini.
    Nota positiva arriva dal lavoro dalle Commissioni Via-Vas e Pnrr-Pniec del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica che, nel 2023, hanno lavorato su 221 procedure autorizzative, per un valore di opere di oltre 13,5 miliardi di euro e una potenza di 10,5 Gw. Da segnalare l'impegno della Regione Campania, che ha sbloccato decine di progetti, e della Regione Calabria, che ha ordinato e semplificato le procedure di presentazione.
   

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