"Le tariffe del gas del mercato
tutelato per gli utenti vulnerabili, e le tariffe Placet
assegnate agli utenti non vulnerabili usciti dal mercato
protetto, sono tutte tariffe a prezzo variabile. Dipendono dalle
quotazioni del metano sul mercato, che è molto volatile. Oggi,
gennaio 2024, sono convenienti, perché il prezzo del metano è
basso. Ma se domani, ad esempio, la guerra di Gaza si espandesse
al Libano, e le quotazioni aumentassero, gli utenti vulnerabili
e quelli con le tariffe Placet pagherebbero molto di più".
Lo spiega all'ANSA Redi Vyshka, cofondatore del sito
Switcho.it, che compara le tariffe di luce, gas, telefonia e
assicurazioni.
"E' vero che oggi le tariffe dei contratti a prezzo fisso
sono più alte di quelle dei contratti a prezzo variabile, come
hanno messo in luce nei giorni scorsi diverse associazioni di
consumatori - prosegue Vyshka -. Ma i loro numeri fotograno il
momento attuale. Invece bisogna pensare agli scenari che si
possono creare. Ci siamo dimenticati che le tariffe a prezzo
fisso durante la crisi energetica hanno salvato tanti utenti,
grazie a prezzi fissati per 12 o 24 mesi".
Per Vyshka "chi sta oggi in regime di tutela, come gli utenti
vulnerabili, o chi si è visto assegnare una tariffa Placet
perché è uscito dal mercato tutelato, oggi sta bene, perché il
prezzo del gas è basso. Ma se domani la quotazione della borsa
italiana Psv dovesse salire, anche la sua bolletta salirebbe. Il
mercato oggi è super-volatile, come si fa a prevederlo? Basta
una informazione data dai media per far schizzare il prezzo per
due settimane. In queste condizioni, una tariffa a prezzo fisso
sul mercato libero, anche se oggi è più cara, può dare più
garanzie per il futuro".
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