L'Italia ha urgentemente bisogno di
nuovi termovalorizzatori, altrimenti sarà impossibile mantenere
lo smaltimento in discarica al di sotto del 10% previsto dalla
Ue. E' l'allarme lanciato ad Utilitalia e Ispra nel "Rapporto
sul Recupero Energetico da rifiuti in Italia", presentato oggi a
Roma.
In Italia, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, si
registra una carenza di termovalorizzatori. Nel 2022 erano
operativi 36 impianti di incenerimento: 25 al Nord, 5 al Centro
e 6 al Sud. Al loro interno sono state trattate 5,3 milioni di
tonnellate di rifiuti. Tali impianti sono ormai saturi e non si
prevedono nuove aperture nei prossimi anni (se non l'impianto a
servizio di Roma Capitale, per una capacità di circa 600.000
tonnellate annue).
Se non si inverte questa tendenza, il nostro Paese continuerà
a ricorrere in maniera eccessiva allo smaltimento in discarica.
Attualmente ci attestiamo al 18%, mentre le direttive Ue
impongono di scendere sotto al 10% entro il 2035.
Ben oltre l'80% delle scorie prodotte dai termovalorizzatori
sono state avviate a recupero di materia. Per quanto riguarda le
emissioni in atmosfera, per diversi impianti i limiti applicati
risultano notevolmente più stringenti rispetto a quelli
determinati dalla normativa vigente. Le emissioni degli impianti
di termovalorizzazione sono poco rilevanti rispetto al totale
delle emissioni delle attività civili e industriali.
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