"Il congestionamento di Terna con
progetti di eolico e fotovoltaico di scarsa qualità tecnica e
finanziaria sta generando un aumento dei costi delle
autorizzazioni, che rischiano di essere la zavorra delle
rinnovabili nei prossimi anni". Lo ha detto all'ANSA
l'amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini, alla fiera
della green economy Ecomondo a Rimini.
"Una semplificazione nel permitting c'è stata, ma non è
sufficiente - ha proseguito il manager -. Quella che va fatta
oggi è una selezione dei progetti. Qualunque persona che non si
è mai occupata di rinnovabili può presentare la domanda a Terna
per un progetto solare da 200 megawatt, 200 milioni di
investimento almeno, anche se non ha risorse finanziarie e non è
proprietario del terreno. E' un soggetto che non è in grado di
fare questo impianto, ma Terna è obbligata a fargli un
preventivo e a occupare capacità nelle cabine primarie nel caso
in cui accetti il preventivo. E così ci troviamo Terna
congestionata con 300 gigawatt di progetti, a fronte dei 60 che
dobbiamo fare per il Pniec entro il 2030. Questo
congestionamento crea effetti inflattivi enormi su tutta la
filiera. Il costo dell'autorizzazione dovrebbe costare un decimo
di quello che costa oggi sul mercato".
Mazzoncini è però ottimista sullo sviluppo delle rinnovabili
in Italia: "Se confrontiamo l'installato mensile del gennaio
2022, che è stato di 100 megawatt, con quello del giugno 2023,
che è stato di 500 megawatt, abbiamo una moltiplicazione per 5
in 18 mesi. Quindi è evidente che c'è stata un'accelerazione,
legata alla crisi energetica, alla guerra in Europa, alla
necessità di aumentare la nostra indipendenza energetica. Ma non
siamo ancora alla velocità sufficiente per raggiungere gli
obiettivi del Pniec, è assolutamente necessario raddoppiare
questa velocità".
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